Due fenomeni a confronto: Stamina e Lourdes
par UAAR - A ragion veduta
sabato 28 dicembre 2013
La parabola di Davide Vannoni, sociologo con l’hobby delle terapie a base di cellule staminali, sembra ormai aver intrapreso la fase discendente. Attualmente a suo carico vi sono due inchieste distinte aperte dalla procura di Torino, in cui si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute, e di tentata truffa ai danni della Regione Piemonte.
Eppure fino a poco tempo fa i media raccontavano di una giustizia che sembrava dalla parte della fondazione Stamina. Non sempre a ragione, in realtà, perché se da un lato è vero che diversi tribunali hanno autorizzato il trattamento con il metodo Stamina su alcuni pazienti come cura compassionevole, dall’altro veniva erroneamente presentato come una vittoria per Stamina anche il provvedimento del TAR che ha riammesso la sperimentazione, quando invece il pronunciamento sul ricorso di Vannoni è atteso per il prossimo giugno. Tanto è bastato, comunque, per indurre la ministra della salute Lorenzin a nominare un nuovo comitato, che comprenda esperti stranieri in modo da soddisfare le richieste dei giudici amministrativi.
Oggi ci si chiede come possa essere stato possibile che una pseudo-cura, priva di qualsiasi fondamento e bocciata dalla comunità scientifica, abbia ottenuto tanto consenso tra l’opinione pubblica. Bastano due ingredienti: uno sponsor adeguato, che abbia la capacità di orientare il pensiero delle persone a cui si rivolge, e un oggetto che concorra adamplificare l’effetto di condizionamento facendo leva sull’empatia. E cosa può esserci di più idoneo, come oggetto, della sofferenza di persone malate? Il malato, quello senza speranza, o con scarse aspettative di guarigione, è infatti una costante sia nel caso di Stamina che in quello di Lourdes. Quello che cambia è lo sponsor, e la differenza nel risultato è evidente.
L’atteggiamento dei sostenitori è puramente fideistico in entrambi i casi, e non potrebbe certo essere altrimenti. Coloro i quali manifestavano perché si autorizzasse il trattamento a base di staminali (che forse staminali nemmeno sono) come cura “compassionevole”, cioè caratterizzata dall’assenza di alternative e dalla urgenza immediata, non potevano certo avere contezza dell’effettiva efficacia del metodo. L’unica cosa che sicuramente avevano era la speranza, o meglio la credenza, tanto per citare i verbali del comitato ispettivo, che quel preparato potesse effettivamente donare loro la salute.
Speranza che è stata colpevolmente sfruttata per bassi fini non solo da Vannoni & c. ma anche da amministratori locali, personaggi televisivi come Adriano Celentano e format televisivi pomeridiani e serali come Le Iene. In particolare quest’ultima trasmissione di inchiesta, i cui autori adesso cercano di ridimensionare il modo in cui hanno trattato la vicenda, è stata a sua volta oggetto di inchiesta da parte del sito Medbunker. E non si può dire che ne sia uscita bene.
Anche nel caso di Lourdes si tratta di mera fede, con la differenza che almeno non si cerca di spacciarla per qualcos’altro. Del resto l’acqua di Lourdes è semplicemente acqua, e come tale non necessita di essere infusa in ospedale, ma ci si fa semplicemente il bagno. Non serve nessuna prescrizione medica, nessuna sperimentazione clinica, nessun protocollo di trattamento. Giusto un asciugamano.
Come per Stamina, però, anche per Lourdes si sfrutta la speranza, solo che lo si fa in modo indiretto. Non si vende la cura in sé ma ci si realizza sopra, con l’immancabile sostegno clericale delle istituzioni, un business fatto di turismo e di gadget. E poi, vuoi mettere la differenza tra l’essere sponsorizzati da una rete televisiva, per quanto importante possa essere, e da un’organizzazione che vanta un’esperienza bimillenaria in questo genere di cose?
Non c’è proprio competizione, il sostegno mediatico è qualcosa di effimero e di transitorio, oggi ce l’hai domani non si sa, mentre quello ecclesiastico è più difficile da ottenere ma diventa una garanzia dopo che lo hai acquisito. E lo sa bene anche Vannoni che infatti a un certo punto si è rivolto direttamente al pontefice. Chissà cosa staremmo a raccontare adesso se effettivamente le porte della clinica vaticana gli si fossero spalancate.