Due balle colossali su Berlusconi (ma molti ci credono...)

par Filippo Cusumano
sabato 18 dicembre 2010

Ci sono due luoghi comuni che hanno particolare forza in questo periodo e ai quali molti sembrano credere come a dogmi della Chiesa.

Il primo riguarda la inutilità del combattere Berlusconi con l’antiberlusconismo (si farebbe solo il suo gioco, dicono i sostenitori di questa teoria).

Il secondo riguarda la mancanza di carisma e di programmi dei suoi competitor.

Insomma secondo i diffusori di questi due, a mio avviso falsissimi, luoghi comuni, bisognerebbe rinunciare sia a "demonizzare" Berlusconi, sia a contrastarlo, fino a quando non si sia trovato un leader di uguale statura ( leggi: astuto, arrogante e manipolatore almeno quanto lui).

Prima teoria : l'antiberlusconismo è controproducente

L’antiberlusconismo è la lotta che si ingaggia contro una malattia grave, astuta, insidiosa, devastante.

Dire che questa lotta può portarti alla morte e alla sconfitta è cosa persino ovvia.

Eppure contro una malattia grave si deve combattere.

Ovviamente con le armi giuste: una legge da paese serio sul conflitto di interessi e una legge da paese serio sull’emittenza privata.

Quello che non porta da nessuna parte non è 'antiberlusconismo in sé', ma quello combattuto in punta di forchetta, recitato per le masse, non tradotto in atti efficaci.

E’ questa la colpa di quella parte della sinistra che al dunque, quando vanno messe in campo azioni precise e concrete, esita, si fa assalire dai dubbi, esibisce fair play, salvo puntualmente mordersi le mani, quando il "nemico" risorge dalle sue ceneri.

Seconda teoria: la mancanza di alternative a Berlusconi

Quest'altra è una delle tante palle create dai supporter di Berlusconi, quella che si bevono con maggiore facilità ( spesso anche in buona fede) molti tra i suoi sostenitori.

Secondo questa teoria, B. è quello che è, cioè un uomo che ci rende ridicoli nel mondo, uno che si fa solo gli affari suoi, un pallista e un arrogante, ma dall’altra parte non c’è niente.

Io invece penso che niente è esattamente quello che sta facendo Berlusconi per questo paese.

Chiunque - Tremonti, Fini, Pisanu, Casini, Bersani, Monti, Draghi, per citare i primi nomi che vengono in mente - farebbe meglio di lui.

Senza averne la stessa presa sulle menti deboli (poi se la volete chiamare carisma… ma allora anche Wanna Marchi…).

Non è l’ora del carisma e dei fenomeni da baraccone, è l’ora delle persone per bene e competenti.

Senza contare che la vera sconfitta in questi giorni è proprio la leadership di Berlusconi.

Le sconcezze e i conflitti di questi giorni riguardano prevalentemente i personaggi dello schieramento del quale B. aveva il governo.

Personaggi che da amici sono diventati fratelli coltelli.

I loro duelli sono ormai un format di cui conosciamo a memoria le battute
(“traditori”“ma se siete voi che ci avete cacciato?” eccetera eccetera: mentre il paese affronta la sua crisi più grave dal dopoguerra in poi)

E’ il fallimento della capacità di guida (e quindi della leadership e del carisma) di Berlusconi.

Bravo a scegliere/comprare i deputati, bravo a vincere le elezioni.

Peccato che governare voglia anche dire tenere compatta la squadra, dopo averla allestita, ricorrendo anche alla mediazione quando serve.

Peccato che governare significhi anche fare accadere le cose.
Succedono tante cose, nel Palazzo: scontri all'arma bianca, congiure, persone che vanno e persone che vengono.

Ma non è nel Palazzo che devono succedere le cose. Quando c'è un governo capace, è nel Paese che devono succedere.

E peccato che questo paese sia in uno stato di stagnazione e di immobilismo preoccupante, impegnato da tempo, grazie al "governo del fare" a scendere sempre di più nelle graduatorie di merito del pianeta.

( La vignetta che illustra l'articolo è di Emiliano Carli)


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