Dov’è la speranza?

par antonio cianci 251039
sabato 11 giugno 2011

Dov’è la speranza? Forse nelle fantasticherie di Berlusconi, Bossi e del governo, che sperano con una improbabile riforma fiscale e l’abbassamento delle imposte di poter recuperare il consenso perduto e rischiano invece di mandare a fondo il paese, travolto dalla crisi economica e finanziaria?

O forse nell’esito incerto e comunque inutile di referendum, che, anche se conseguissero il quorum, non avrebbero alcuna conseguenza pratica per il paese, sarebbero probabilmente vanificati nel proprio assunto da leggine o stratagemmi per limitarne l’efficacia?

O nell’incapacità ventennale di varare uno straccio di riforma strutturale utile alla collettività, una riduzione della spesa atta a favorire la crescita, a rilanciare il risparmio produttivo, un benessere per le categorie più svantaggiate, mortificate, disperate, si tratti di giovani, pensionati o disoccupati?

Forse può aiutare la speranza lo spettacolo dell’estendersi della criminalità in ogni ganglio della società produttiva, della corruzione nel tessuto sempre più logoro della Pubblica Amministrazione, che nessuna ridicola legge anticorruzione potrà mai combattere?

Autorizzano la speranza le posizioni di bassa crescita (la più bassa del mondo occidentale), di indecente privilegio dei partiti politici con costi per il paese più che indecenti?

Si passa da un migliaio di parlamentari con i loro superstipendi e superpensioni, a tutti i consiglieri degli enti locali, regioni, province, comuni e circoscrizioni. Dalle burocrazie dei vari Palazzi, segreterie, auto blu, ai consulenti, portaborse e protetti sistemati nelle aziende controllate dallo Stato o dagli enti locali e territoriali, sempre s’intende con trattamenti più che lauti.

E l’occupazione della Rai e di ogni tipo di servizio pubblico da parte di servi politicanti, che si atteggiano a guru e ci dispensano lezioni di moralità politica, e sconclusionate analisi della realtà, per compiacere il proprio padrino? Gazzettieri senza biscotto, e senza un’idea in testa o un indirizzo in tasca.

L’unica speranza che sinceramente coltiviamo è quella di veder affondare questa classe dirigente tutta, che ha costruito un enorme baraccone all’insegna del privilegio e dell’ingiustizia sociale.


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