Dopo la "guerra fredda" con Ratzinger, il mondo islamico favorevole al dialogo con il nuovo Papa

par Paolo Monarca
giovedì 14 marzo 2013

Al-Azhar, la più grande istituzione islamica sunnita con sede al Cairo, maggior centro di studi teologici e giuridici del mondo islamico, si dice disposta alla restaurazione di un dialogo con il Vaticano, dopo l'elezione di Papa Francesco I.

I rapporti dell'Islam con la Chiesa Cattolica si raffreddarono bruscamente in seguito alla poca diplomazia dimostrata da Benedetto XVI nel 2006 a Ratisbona, quando definì il profeta Maometto un guerrafondaio che diffondeva insegnamenti malevoli attraverso la spada - prendendo spunto da un dialogo tra l'imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un persiano, curato dal teologo libanese Theodor Khoury - all'interno di un discorso più vasto su jihad e guerra santa.

La relazione tra la sede del mondo cattolico e Al-Azhar fu invece costante ai tempi di Giovanni Paolo II.

Come riporta il quotidiano egiziano ahramonline, tramite Mahmud Azab, consulente per le relazioni interreligiose dell'imam Ahmed al-Tayyeb, Al Azhar comunica: "Stiamo sperando in rapporti migliori con il Vaticano dopo l'elezione del nuovo papa. Non appena emergeranno i segnali di una nuova politica, riprenderemo il dialogo". E aggiunge: "L'iniziativa è adesso nelle mani del Vaticano".

Favorevoli a un'apertura, quindi, ma dopo aver sondato quale linea di condotta verrà intrapresa dal nuovo pontefice.



Ratzinger tentò di rimediare alla sconsolante gaffe di Ratisbona con una visita alla Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006, la seconda visita di un Papa a una moschea nella storia della Chiesa, invocando l'augurio che "tutti i credenti possano riconoscersi in un unico Dio e siano testimoni di vera fratellanza".

"Il nuovo Papa non deve attaccare l'Islam, e le relazioni con il Vaticano devono basarsi sul principio che le religioni si completano l'un l'altra, piuttosto che competere", sottolinea Mahmoud Mashour, uno degli auterevoli anziani religiosi di Al-Azhar.

Almeno i presupposti di una disponibilità – alle giuste condizioni – sono garantiti.

 


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