Donne rapite dagli adepti del Buddha Boy, Ram Bahadur Bamjan

par crespi enrico
venerdì 6 aprile 2012

Era iniziato tutto nel 2006 quando il ragazzo Tamang si era rifugiato sotto un Pipal (come il Buddha) a meditare, senza mangiare e perfettamente immobile. Già allora era partito un piccolo business sul Buddha Boy da cui, lui, era apparentemente sfuggito.

Oggi qualche problema ricompare. Un presunto rapimento di una ragazza slovacca, qualche business di troppo fra gli adepti. 

Tempo fà, avevamo scritto un post sul Buddha Boy, il ragazzo Tamang, Ram Bahadur Bamjan. Eravamo stati a vedere l’evento e qualche perplessità era nata. Oggi la situazione si è ulteriormente incasinata.

"Hetauda è una città che ricorda l’India, case e bazar allungate lungo la strada e da qui inizia il "corridoio industriale” che finisce a Birgunj e poi in India. Piccole aziende tessili e chimiche che fabbricano merci su licenza internazionali esportate in India grazie al vantaggio competitivo derivante dall’assoluta libertà degli imprenditori. Il gran botto ha avuto anche qui conseguenze: crisi produttive, vertenze sindacali, scontri fra lavoratori e polizia (con qualche morto). 

Un tempo qui era tutta giungla malarica, bonificata negli anni ’60 e abitata, originariamente, dai Tharu (considerabili tribali) e, nei secolli, da migranti indiani (gli odierni Madhesi) e dai poveri delle colline (Tamang, Magar e impoveriti Bhaun e Chetri). La giungla ancora resiste, assalita dall’uomo, ai margini della strada e lì c’infilammo per una stradina che portava al luogo dove meditava il Buddha ragazzo.

Ci accolse una specie di parcheggio assediato da bancarelle in legno che vendevano tè e dal baat, per i molti pellegrini che venivano anche dall’India. Più avanti altre bancarelle gestite da un gruppo di Tamang della Om Namobuddha Protection Commitee, con videocassette ed altri souvernirs. Eravamo un po’ perplessi quando ci avvicinammo al recinto che circondava l’immenso pipal sotto cui era seduto, nel mudra della meditazione il ragazzo. Sugli alberi le colorate bandiere della preghiera. Un monaco e un ragazzino (compagno di giochi del neo-Buddha) ci raccontarono la sua storia che non differiva di molto da quella di tanti ragazzini Tamang.

Raccogliemmo tutte le informazioni, guardammo a lungo il ragazzo, fummo infastiditi dal micro-business che stava nascendo e non giungemmo a nessuna conclusione. Il ragazzo stava immobile per delle ore, al freddo, con bestie che s’aggiravano sul corpo (forse mangiava la notte) ma era comunque un fatto strano, misterioso da inserire fra i molti che segnano l’Asia. Nei mesi seguenti il ragazzo scomparve, giustamente, infastidito dalla bolgia; i suoi seguaci del Comitato furono accusati di intascarsi soldi e vendere miracoli; il ragazzo dichiarò che lui non era un Buddha, ma più modestamente un bodhisattva (coloro che rinunciano al Nirvana per contribuire alla liberazione degli altri)”.

Un po' di tempo è passato e il gruppo di Tamang che circonda il ragazzo si è organizzato nel Bodhi Shrawan Dharma Sangh. La famiglia di Ram Bahadur Bamjan è stata esclusa e quando, in questi giorni, ha cercato di parlare con il Buddha Boy (in meditazione nella foresta di Halkhoriya) delle malefatte dei suoi seguaci è stata respinta a calci nel sedere. Ora c’è la polizia che indaga a seguito di una denuncia di una ragazza slovacca che ha dichiarato di essere stata rapita e violentata dai seguaci del ragazzo. Un’altra donna nepalese sembra ancora sequestrata nell’Ashram gestito dai suoi adepti.


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