Dogville e il nichilismo assoluto di Lars Von Trier

par Angelo Cerciello
martedì 2 giugno 2015

Dogville è un film del 2003 di Lars Von Trier. Il film parla di una città immaginaria,Dogville, rappresentata nel film come un palco di teatro con le i limiti delle case e delle strade disegnati a terra perché non ci sono né case, né edifici ma solo i personaggi sulla scena. Il film è diviso in un prologo e 9 capitoli nei quali viene raccontata la storia.

Grace arriva a Dogville: la donna è scappata da dei gangster e ha trovato rifugio nella cittadina. All’inizio gli abitanti della cittadina non vogliono la presenza della donna perché la vedono come un pericolo ma poi votano tutti insieme in un assemblea cittadina e decidono di farla restare. Grace si offre di fare dei lavori per gi abitanti di Dogville: ancora una volta essi sembrano non volerla ma poi la accettano nelle loro case per diversi lavori.

Più avanti nel film si scopre che Grace è ricercata per delle rapine e allora gli abitanti di Dogville cambiano nei suoi confronti. Essi vogliono che lavori di più e che venga pagata di meno. Grace acconsente ma subisce successivamente delle violenze sessuali e allora decide di scappare da Dogville grazie all’aiuto di uno degli abitanti che fa l’autotrasportatore. L’uomo non solo si prende dei soldi ma poi abusa di lei sessualmente e la riporta a Dogville dove viene scoperta da tutti gli abitanti.

Grace allora subisce un ulteriore supplizio: gli viene attaccato un collare al collo collegato tramite una catena ad una ruota di ferro molto pesante. Grace dovrà continuare a fare ciò che faceva prima con la catena e la ruota come ulteriore supplizio da sopportare oltre alla grande mole di lavoro e ai continui abusi sessuali di alcuni dei suoi abitanti.

Tom, da sempre stato a supporto di Grace fin dall’inizio del film, organizza un’altra assemblea cittadina per dare possibilità a Grace di dire tutta la verità e di parlare agli abitanti della cittadina. Le parole di Grace scuotono i cittadini di Dogville che decidono di mandarla via dalla città. Tom, che aveva conservato il numero di telefono dei gangster che Grace aveva abbandonato, chiama i gangster e dopo un’attesa di molti giorni i gangster arrivano. Il padre di Grace è il leader dei gangster e chiede alla figlia di tornare a casa e di stare al suo fianco nella sua posizione di potere. La donna prima rifiuta ma poi ci ripensa e usa la posizione di potere appena acquisita per ordinare agli scagnozzi a comando del padre di uccidere tutti gli abitanti di Dogville e di dar fuoco alla città: Grace ottiene la vendetta per tutti i soprusi e le angherie subite.

Dogville rispecchia lo stile nichilista del regista, stile nichilista che vediamo anche in Melancholia e in altri suoi film. Lars von Trier si mostra come un regista profondamente anti-borghese e anti-conformista: un regista dissacrante, un regista che confeziona opere contro la morale borghese, contro le istituzioni sociali, contro le norme e le convenzioni di una società falsa e ingannatrice.

Ebbene, Dogville è la rappresentazione scenica, metaforica e teatrale di una realtà da ripudiare, da condannare, di una realtà da eliminare del tutto. Grace nel condannare Dogville dice che il mondo può fare almeno di una città come Dogville. Ma se Dogville rappresenta il mondo stesso, tutte le società e comunità del mondo occidentale?

Un regista abbastanza complesso allora come è complesso il film in questione. Lo stesso nome della protagonista, Grace, vuol dire grazia, perdono, misericordia, cortesia verso gli altri etc. e a Dogville è proprio tutto ciò che manca, una città-mondo che trasmette l’aridità dell’animo umano, la completa mancanza di compassione e pietà per le sofferenze altrui.


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