Dj Fabo: simbolo di una battaglia di civiltà

par UAAR - A ragion veduta
martedì 28 febbraio 2017

â«Le sue ultime parole dicono tutto e puntano giustamente il dito contro lo Stato italiano, ancora latitante rispetto alle questioni inerenti al fine vita». Il segretario dell’Uaar, Stefano Incani, ha accolto così la notizia della morte di Dj Fabo.

«I suoi appelli sono stati inutili, come quelli di altri prima di lui: un silenzio inaccettabile, una vergogna per il nostro Paese, che costringe un uomo a morire lontano da casa».

«A Marco Cappato, che ha accompagnato Dj Fabo nel suo ultimo viaggio e che per questo rischia fino a 12 anni di prigione, va tutta la nostra solidarietà», prosegue Incani. «L’Uaar — che insieme all’associazione Luca Coscioni e ad altre realtà impegnate sul tema ha raccolto 67mila firme in calce a una petizione popolare per l’eutanasia legale e il testamento biologico, poi depositata in Parlamento — non può che ribadire il proprio impegno in questo senso. Vogliamo vivere in un Paese che rispetta i propri cittadini».

«Come purtroppo ho già avuto modo di dire in occasione della scomparsa di Max Fanelli, qualche mese fa, non posso non provare rabbia nei confronti di una politica sorda ai bisogni e alle necessità dei propri cittadini, nei confronti di istituzioni che costringono alcune persone, loro malgrado, a diventare simboli di una battaglia di civiltà. Ecco noi speriamo che con Dj Fabo si apra una nuova stagione per i diritti civili nel nostro Paese e che più nessuno sia costretto ad espatriare per vedere rispettate le proprie volontà».


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