Disoccupazione giovanile mai così alta. Intanto Marchionne rifiuta di riassumere i 145 operai Fiom

par Harvey Vent
lunedì 2 luglio 2012

Tre notizie per iniziare bene la settimana. La prima, e la più importante, è la diffusione degli ultimi dati Istat sul tasso di disoccupazione italiano. L'istituto di statistica rivela che a maggio quella giovanile era del 36,2 per cento - la percentuale più elevata dal 1992 - mentre quella complessiva era del 10,1 per cento, in lieve calo rispetto ad aprile.

Sono numeri allarmanti, prevedibilmente in aumento visti gli effetti della crisi economica che attanaglia il nostro Paese. In questo quadro la sentenza che condannava la Fiat a riassumere 145 operai iscritti al sindacato Fiom nello stabilimento di Pomigliano era stata vista con favore. Marchionne, aministratore delegato Fiat, li aveva licenziati con motivazioni discriminatorie: basti pensare che dei 2.093 assunti nello stabilimento campano neppure uno risultava iscritto alla Fiom, il sindacato più scomodo e battagliero. 

Ebbene, è di sabato sera la notizia che Marchionne intende rifiutarsi di eseguire la sentenza. In una nota, Fabbrica Italia Pomigliano (FIP, la newco costituita da Sergio Marchionne dopo la stipula del nuovo contratto ad hoc non firmato da Fiom e fuori dal perimetro di Federmeccanica) si dice "fermamente convinta che l'esecuzione dell'ordinanza arrecherebbe un danno irreparabile all'attuale contesto lavorativo in FIP". Per questo motivo "Marchionne e i suoi scagnozzi" presenteranno ricorso alla Corte d'Appello, chiedendo di "sospendere l'esecuzione dell'ordine di assumere 145 persone, attuali dipendenti di Fiat Group Automobiles solo perché in un certo momento iscritte alla Fiom". 

Secondo Fiat, infatti, assumere le 145 persone "causerebbe gravi distorsioni nell'attuale contesto operativo di FIP, che oggi ha un numero di dipendenti più che adeguato a far fronte alle attuali esigenze di mercato". Poi, come al solito, Marchionne usa l'arma del ricatto e minaccia che se la sentenza non dovessere essere sospesa su tutti i dipendenti di Pomigliano graverà ma mannaia di mobilità e cassa integrazione. "Qualsiasi ulteriore assunzione - si legge nella nota - comporterebbe il contemporaneo ricorso alla cassa integrazione se non a procedure di mobilità, nel caso in cui la cassa integrazione non fosse disponibile, per un numero di dipendenti corrispondente a quello dei nuovi assunti, inclusi probabilmente alcuni provenienti dal gruppo dei 145». Insomma: le sentenze non si rispettano. Ma se si è obbligati a farlo c'è sempre un escamotage: minacciare gli operai, mettere gli uni contro gli altri.

Ma non è tutto. In un'altra nota Alfredo Altavilla, amministratore delegato di Iveco (gruppo Fiat) ha annunciato che entro l'anno verranno chiusi 5 stabilimenti in tutta Europa (Austria, Germania e Francia). Il provvedimento interesserà 1.075 lavoratori. La decisione è stata salutata con favore da Sergio Marchionne.


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