Disabili: nessuna “diversità” quando si tratta di multe e tasse

par Emilia Urso Anfuso
lunedì 10 agosto 2009

Quando si parla di disabili, si entra in un modo strano. Inquietante. A volte, sconcertante.

Quando si parla di disabili, si entra in un modo strano. Inquietante. A volte, sconcertante. E non certo per le persone che e fanno parte, con le loro diverse abilità. Il mondo dei cosiddetti “normo dotati” spesso sembra lavorare non tanto ad una più equa constatazione di un fenomeno che non sarebbe mai e poi mai da collocare su un binario parallelo, bensì opporsi con tutta la forza possibile contro persone speciali, in quanto capaci di vivere pur con l’assillo di un grave handicap, motorio o mentale che esso sia.
 
I disabili non sono “diversi”. I disabili sono – semmai – speciali. Per quella loro capacità incredibile di esistere in un Mondo che, a trecentosessanta gradi – non li accoglie. Impone barriere ovunque, mentali ed architettoniche. Non li comprende, in una Società ove sembra che l’immagine esteriore ed il benessere siano prioritari persino di fronte al senso di umanità verso i propri simili.
 
I disabili sono cellule dello stesso sistema che li danneggia. Li deride. Li violenta ogni giorno. Incredibile misfatto che l’Uomo riserva all’Uomo. Messi da parte. Indicati come piccolo orrore del mondo. Granello di intralcio nel meccanismo “perfetto” del futuro che è già passato e guarda a nuove conquiste tutte nel nome del miglioramento della vita umana. Il disabile non si sa perché, non ha diritto a farne parte.
 
Il nostro Sistema sociale, piuttosto che garantire maggiore supporto a chi ogni giorno dribbla fra una aberrazione ed una barriera, aumenta la pressione. Fa a pugni con un esercito cospicuo di persone che devono abituarsi fin da subito a lottare per ciò che il resto del mondo ottiene con una facilità molto maggiore.
 
Eppure, ci sono alcune cose che rendono del tutto simili le persone. Disabili o “normo dotate” che esse siano. Cose che divengono misfatti e che pure accomunano tutti, senza concedere sconti a nessuno. Ne sono un esempio, le sanzioni pecuniarie amministrative. Pochi sanno o riflettono ad esempio, sul fatto che la disparità di capacità motoria non è presa in nessuna considerazione nel momento in cui ci si trovi ad a vere a che fare con una multa che tolga i punti dalla patente, o quando ci si vede ritirare il libretto di circolazione per non aver fatto revisionare l’automobile.
 
Senza per nulla riflettere sull’enormità della cosa, chi legifera in materia amministrativa “dimentica” che per un disabile motorio grave, il perdere la possibilità di utilizzare il solo mezzo di locomozione che gli è possibile utilizzare è pari al commettere un omicidio.
 
Sequestrare la vettura ad un disabile, ha conseguenze spesso estreme, non consentendo più alcun tipo di autonomia e relegando ancor più in una fossa oscura chi ha già tanto da combattere per esistere.
 
La musica non cambia nemmeno quando lo Stato esercita la richiesta di pagamento di cartelle esattoriali ed utilizza i famigerati “termini di Legge” delle normative in atto, per cui spesso e volentieri, si subisce il fermo amministrativo della o delle vetture anche per tasse di pochi euro e magari, come ormai risaputo, già pagate a suo tempo. Anche in questo caso, nessuno di chi è pagato per legiferare, ha mai riflettuto sulla necessità di regolamentare in maniera differente per i disabili, concedendo una qualche agevolazione in considerazione dello stato di disabilità.
 
Ecco, queste sono fra le poche cose che rendono in tutto simili disabili e non disabili. Nel momento in cui c’è da pagare a torto od a ragione, diveniamo in tutto simili gli uni agli altri. Non esistono più barriere, se non l’ennesima a danno di chi vive su se stesso l’handicap. Magra consolazione contraddittoria in ciò che è a tutti gli effetti, una ennesima azione vessatoria contro il mondo silenzioso ed oscurato dei disabili.

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