Dirottare un social network

par Mazzetta
martedì 21 settembre 2010

In agosto è passato sotto silenzio un piccolo scandalo che ha sconvolto Digg, uno dei principali social network dedicato alla diffusione di news e alla loro valorizzazione attraverso l'azione degli utenti.

Un'inchiesta ha rivelato che Digg era abitualmente dirottato da un gruppo di attivisti della destra americana che si coordinavano per affondare attraverso le valutazioni tutte le notizie sgradite o di autori sgraditi.

Difficile calcolare quante fossero le persone attive, vista la produzione continua di falsi account e profili, che per di più diventavano in fretta account con i superpoteri, che Digg affidava loro grazie ai voti dei complici che si promuovevano a vicenda.

L'azione del gruppo ha affondato, sommergendoli di voti negativi, decine di migliaia di articoli sgraditi, privando chi si è affidato a Digg di buona parte della pubblicistica progressista, tra i coinvolti spiccano veri fenomeni che hanno vissuto attaccati al PC e votato 70.000 articoli e ne hanno proposte altre migliaia.

Digg ha preso alcune misure per contrastare il fenomeno, congelando per qualche giorno tutti gli account, ma è abbastanza chiaro che non esiste nessun social network o ambiente sociale in rete che non sia suscettibile di impieghi impropri o di tentativi di dirottamento simili. Anche su Facebook sono visibili feroci lotte combattute attraverso le segnalazioni pretestuose al network di contenuti offensivi o di violazioni assortite dei terms of service. Anche su OkNotizie, sito italiano con un funzionamento simile a Digg, il voto alle notizie sembra frutto più di dinamiche di gruppo che di un flusso genuino prodotto dall'interazione della folla degli utenti.

Un limite che tutti gli sviluppatori di servizi basati sulla collaborazione virtuosa degli utenti dovranno tenere presente, anche in rete ci sono gruppi di persone poco virtuose e disposte a tutto, pronti a trasformare idee intelligenti e spazi aperti al pubblico in luna park per intolleranti e arroganti. La rete è libertà, ma di una libertà che deve essere difesa, perché le minacce alla libertà non finiscono mai.


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