Diritti gay, duello etico-istituzionale: Chiesa Cattolica contro Corte di Cassazione

par Bobby Falvella
mercoledì 16 gennaio 2013

"Sentenza sconcertante" e, ieri, “sentenza choc”, così l’Avvenire (il giornale dei vescovi) sulla coraggiosa Sentenza della Corte di Cassazione, Prima Sezione Civile, Presidente Maria Gabriella Luccioli: è dannoso per un bambino crescere in una fami glia gay? No! Solo “un mero pregiudizio senza certezze scientifiche o dati di evidenza”, le lapidarie parole scritte nella sentenza.

In breve: una donna italiana, felicemente convivente con un'amica (una delle migliaia di “Famiglie Gay” italiane), aveva avuto un figlio con un uomo (fra l’altro di origine e religione Islamica), che l’aveva citata in tribunale temendo "negative ripercussioni sul figlio" perché privo di una “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio" (Costituzione, articolo 2)

Allo stato attuale, in Italia figlie e figli di coppie gay sono discriminati per legge, non sono possibili adozioni gay, e… di matrimonio gay neanche a parlarne.   

Nel meno omofobico Occidente, invece, già 17 Stati consentono le unioni gay: Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Portogallo, Canada, Sudafrica, Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Argentina, Messico, USA, Francia, Israele, Aruba, e Antille Olandesi.

Quanto a società naturale e certezze scientifiche ricordiamo ai vescovi ed ai poco informati che l’omosessualità è molto diffusa in tutti gli animali (svolge vitali funzioni di coesione sociale, dai pinguini ai lupi) e in tutte le Religioni Naturali del Pianeta. Nella razionale era classica era prassi corrente e riconosciuta… perfino nel formidabile esercito degli opliti spartani.


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