Libia: bombardamenti NATO, mercenari USA 1300 civili morti. Quello che i media non dicono

par ventopiumoso
lunedì 22 agosto 2011

[update/5, 15.40] I "ribelli" avrebbero occupato la Radiotv. secondo le fonti giornalistiche classiche, avrebbero anche il controllo di Tripoli; non secondo le fonti alternative. Potrebbe essere solo questione di ore. Tuttavia la situazione permane caotica. 

Non ci sono novità sui giornalisti Meyssan e Nazemroaya: cinque paesi si sono offerti di proteggerli, ma di fatto non possono lasciare l'hotel dove si sono rifugiati. i "ribelli" li hanno condannati a morte, la nato bombarda l'hotel dove sono rifugiati assieme ad una delegazione di funzionari libici che vi aveva casualmente trovato riparo e ad altri giornalisti.

[update/4, 15.20] ancora Grimaldi aggiorna sui Social Network: caos; centinaia di mercenari (Blackwater?) sbarcati dalle navi usa, inquadrati da ufficiali NATO; Tripoli sotto controllo Lealista; non ci sono notizie sui figli di Gheddafi (che attualmente è a Tripoli e non fuggito chissà dove come titolavano mezzora fa, riprendendo Al-jazeera, Corriere e Repubblica).

[update/3, 14.20] i giornalisti Meyssan e Nazemroaya (vedi sotto) sono diventati un obiettivo da eliminare. lo riferisce réseau voltaire (qui il comunicato stampa).

La NATO ha ripreso i bombardamenti, dopo che i "ribelli" sono stati respinti per l'ennesima volta dalla popolazione locale e dall'esercito regolare, come riporta il network rt

Si sono intensificati i bombardamenti anche nei pressi dell'hotel dove sono presenti i due giornalisti (più altri stranieri), la stampa libica e dove stanotte ha trovato rifugio una delegazione di funzionari libici attaccati lungo la strada.

Ah, il giornalismo... Da questo punto di vista, la headline di repubblica (circa ora di pranzo) è semplicemente terribile.


"Lealisti sparano sulla folla". non solo è smentita dalle voci sul campo (quante volte in questa sporca e maledetta guerra libica ci hanno raccontato bugie?), ma incredibilmente tace completamente, nello strillozzo del titolo, sul bombardamento a tappeto di cui i pochi coraggiosi non-embedded presenti stanno rendendo conto. Una sproporzione (ed una manipolazione, un'organizzazione del consenso) mostruosa.

PS: le foto festanti non sono di Tripoli, bensì di Bengasi, come riporta ad esempio il quotidiano messicano la jornada, qui.
 
[update/2] lo storico e giornalista t. meyssan, dal bunker di tripoli (vedi sotto), racconta perché i giornalisti sono stati portati lì sotto e cosa sta accadendo: gli squadroni della morte anglo-cirenaici in città, i bombardamenti sui civili per letteralmente spianare la strada ai mezzi dei "ribelli". 
 
il giornalista F. Grimaldi, anche lui lì, racconta con istantanee su Facebook e Twitter i bombardamenti NATO su una città che si vuole radere al suolo, ma anche sull'indomita resistenza della popolazione di Tripoli: non appena i raid terminano per permettere l'accesso ai "ribelli", la popolazione esce fuori e li ricaccia indietro. Giusto il tempo per una foto. Ah, nell'aggiornamento di 1 ora fa, Gheddafi non è nel bunker, ma nella piazza.
 
Enorme caos, ma quel che è chiaro di questi ultimi due giorni è che siamo di fronte ad uno dei piú grandi massacri di civili degli ultimi decenni (ultimo numero: >1300 le ultime due notti). e lo stiamo perpretando noi. il coraggioso M. Nazemroaya di Russia Today sta contribuendo a dar voce a chi non l'ha, e la sua narrazione è affatto simile a quella di Meyssan e Grimaldi:
 
Nazemroaya says “yugoslavian” tactics have been used, with NATO bombing out military and civil infrastructure to clear the way for the rebels. “NATO did all the work here with the bombing and their leaders must be held accountable as war criminals for killing civilians”
[update/1] A. Marescotti, si conclude in un bagno di sangue l'ultima guerra umanitaria della nato, peacelink, 22.8.2011, proposto integralmente in fondo al post]
Strage a Tripoli, i giornalisti sono asserragliati nei sotterranei
La propaganda ha presentato questo epilogo come una marcia trionfale, con le truppe di Gheddafi che si arrendono e la popolazione che fa festa. Invece è di centinaia di morti il bollettino di guerra, destinato a peggiorare perché in gioco non c'è la vita umana ma il petrolio libico.


* * *

[post di questa mattina, 22.8.2011]

Tripoli, Libya, Aug. 22, 2011, 1 AM CET– On Saturday evening, at 8pm, when the hour of Iftar marked the breaking of the Ramadan fast, the NATO command launched its “Operation Siren” against Libya.
The Sirens were the loudspeakers of the mosques, which were used to launch Al Qaeda’s call to revolt against the Qaddafi government. Immediately the sleeper cells of the Benghazi rebels went into action. These were small groups with great mobility, which carried out multiple attacks. The overnight fighting caused 350 deaths and 3,000 wounded.(Thierry Meyssan)


questa è la morale di tutto:
 


Dunque ci siamo o no alla tanto agognata (dai nostri leader) presa di Tripoli, con le bandiere monarchiche dal sapor coloniale a garrire, e mesi di massacri NATO, basati sulle sempiterne false premesse, sbugiardate dopo pochi microsecondi ed infine ammesse (le falsità, intendo)?



Ora obama dice (e gli altri con lui) che se Gheddafi non si arrenderà sarà responsabile del bagno di sangue. "ulteriore", si è dimenticato di aggiungere: in questa sola nottata, 3-400 morti.

Buffo: tu invadi e distruggi un paese; ad un passo dalla conquista finale, ammonisci il capo dello stato invaso e distrutto e affermi davanti al mondo credulone che se dovranno compiere massacri (altri massacri, si dimenticano sempre la propria contabilità) sarà colpa sua. sono costretti, si capisce.

Non ci smentiamo mai. mai. mai, senza alcuna distinzione "politica".

* * *

[update: Alessandro Marescotti, si conclude in un bagno di sangue l'ultima guerra umanitaria della nato, peacelink, 22.8.2011]

Strage a Tripoli, i giornalisti sono asserragliati nei sotterranei
La propaganda ha presentato questo epilogo come una marcia trionfale, con le truppe di Gheddafi che si arrendono e la popolazione che fa festa. Invece è di centinaia di morti il bollettino di guerra, destinato a peggiorare perché in gioco non c'è la vita umana ma il petrolio libico22 agosto 2011 - Alessandro Marescotti

In queste ore si sta consumando una strage a Tripoli.
Alessandro Colombo, docente di relazioni internazionali all’Università degli Studi di Milano, ha parole amare: "La missione della Nato e l’intervento della comunità internazionale sono stati giustificati sulla base di ragioni umanitarie e sarebbe un disastro – per la Nato e per la comunità internazionale – se i ribelli, arrivati a Tripoli, facessero quello che la Nato ha impedito di fare a Gheddafi a Bengasi".

La propaganda ha presentato questo epilogo come una marcia trionfale, con le truppe di Gheddafi che si arrendono e la popolazione che fa festa. Invece è di centinaia di morti il bollettino di guerra, destinato a peggiorare perché in gioco non c'è la vita umana ma il petrolio libico. Gli insorti possono contare sull'appoggio della Nato.

Questa è una guerra cominciata nell'ipocrisia e che sta terminando nel cinismo.

Doveva essere un'operazione per rompere l'assedio di Bengasi e si conclude con l'assedio di Tripoli. Il prima era cattivo, il secondo è buono.

Doveva essere una "guerra umanitaria" per salvare vite umane e si conclude con un bagno di sangue.

Doveva essere il trionfo dell'Onu e invece adesso l'Onu tace, completamente esautorato.

La risoluzione Onu doveva servire al cessate il fuoco ma le milizie antigheddafi hanno detto che bisognava combattere fino alla vittoria, e hanno messo alla porta l'inviato dell'Onu, con il consenso della Nato.

Non importa chi vincerà e quando.

Questa guerra è una sconfitta per tutti coloro che l'anno sostenuta.

Si conclude in un bagno di sangue l'ultima guerra umanitaria della Nato, una guerra per procura in cui non volevamo rimetterci i nostri uomini e abbiamo fatto morire gli altri.

I vincitori di domani sono già pesantemente sconfitti oggi da questo spaventoso epilogo di sangue.

 

la colonna sonora del nostro tempo. sì caro lettore, leva la divisa e, probabilmente, scoprirai che quello sei tu

 


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