La potenza della teoria e la "particella di Dio"

par Fabio Della Pergola
venerdì 6 luglio 2012

Fino a non molto tempo fa il cardinale Carlo Maria Martini aveva a disposizione ogni settimana un’intera pagina del Corriere della Sera, su cui scriveva le sue considerazioni e teneva una rubrica di “posta dei lettori”.

Non è questa la novità, praticamente ogni pubblicazione ha un suo particolare ‘esperto’ che intrattiene una conversazione più o meno mirata con la gente. Ma qualche anno fa, rispondendo ad una lettrice che lo interpellava su ‘creazionismo’ ed ‘evoluzionismo’, il cardinale se ne uscì con una risposta decisamente chiarificatrice del pensiero cristiano, che torna di attualità proprio in queste ore.

L’affermazione del prelato era sorprendente: in fondo la Chiesa può accettare perfino la teoria darwiniana - scrisse in sintesi - purché siano salvi due principi. L’esistenza a monte di tutto di un Dio creatore e l’idea del peccato originale. Per il resto, sembra di capire, la Chiesa nella sua bimillenaria esistenza può assorbire e digerire tutto.

Oggi gli scienziati di tutto il mondo brindano alla finalmente acclarata esistenza del bosone di Higgs, detto anche (ma lo stesso Higgs ha criticato la definizione) “particella di Dio” perché sarebbe in grado di conferire materia alle particelle, cioè - grossomodo - di permettere la trasformazione dell'energia in materia. Il percorso opposto, da materia in energia, lo conosciamo fin dai tempi di Hiroshima, ma il contrario era solo postulato, e non provato, perché la capacità teorica di ipotizzare gli elementi necessari a spiegare la realtà si è dimostrata estremamente più evoluta della capacità di fornire i dati della conferma sperimentale. L'Unità parlando della scoperta del Cern di Ginevra inserisce infatti nel titolo un condivisibile richiamo alla "potenza della teoria".

Adesso sembra invece dimostrata la possibilità che l’energia possa effettivamente dare origine alla materia senza che vi sia in questo - naturalmente - alcun intervento di una volontà trascendente.

Ma “spetta alla scienza identificare il «fattore primo» dal punto di vista materiale, però supporre l’esistenza di un creatore richiede un "salto filosofico” dice Mons. Sgreccia della Pontificia Accademia per la Vita, in una curiosa assonanza con uno dei pilastri dell'ultrasinistra italiana, fautore del ’pensiero debole’, Gianni Vattimo che titola un suo articolo “non è nella natura che si scopre il divino”.

Per questo, a suo tempo, il cardinale Martini aveva ipotizzato che la teoria evoluzionista poteva anche essere accettata dalla Chiesa. Tutto può essere metabolizzato perché qualsiasi cosa la scienza provi sarebbe poi sempre possibile, a salvare il salvabile della religione, un ‘salto filosofico’ capace di andare oltre, verso quel mondo dell’iperuranio dove le idee, perfettamente compiute ed immutabili, esisterebbero da prima e separate dalle cose. 

Incomprensibile; come incomprensibile è la logica che pretende fortissimamente di pensare ad una intelligenza eterna ed infinita, assolutamente astratta e indimostrabile, ma si rifiuta di accettare l’idea di una possibile e concreta, energia, magari altrettanto eterna ed infinita. Chissà perché.

La cosa ancora più stupefacente è che, una volta digerita l’idea evoluzionista, la ‘logica’ cristiana poi pretenda comunque l’esistenza del “peccato originale”, cioè di quel primo atto di trasgressione che, essendo appunto una colpa, si trasmetterebbe di generazione in generazione a macchiare la realtà umana di ogni singolo nuovo nato che erediterebbe così la “morte dell’anima”, come recita l’apposito capitolo del Concilio di Trento.

Se evoluzionismo e colpa originaria coesistono, il peccato sarà stato commesso dall’invertebrato agli inizi della scala evolutiva o dallo scimmioide/ominoide nostro progenitore, o dagli ominidi o dagli ominini o da quel prodotto finale che chiamiamo uomo ? E perché mai la ‘colpa originaria’ dovrebbe essere attribuita ad uno o all’altro di questi tasselli di uno sviluppo che potrebbe non essere ancora terminato ?

Immagino che per spiegarlo si debba fare un altro bel ‘salto filosofico’, ma non ho proprio alcun interesse a saperlo.

L’idea del peccato originale è solo (e scusate se è poco) il mattone fondativo di base di tutta la pencolante costruzione cristiana. Un’architettura che deve stabilire, a priori, una peccaminosità umana per poter giusificare il fantasmagorico ambaradàn di incarnazione, passione, morte e resurrezione che il dio dei cristiani avrebbe attraversato con l’intento dichiarato di redimere l’uomo dalla sua colpa ontologica. Perciò: niente colpa, niente redenzione, niente cristologia.

Cioè niente di quella fantasmagoria pirotecnica finalizzata a farci pensare che siamo tutti colpevoli a priori e perciò bisognosi di qualcuno che ci salvi. Che sia, per caso, una questione di potere culturale ?

Se la colpa ontologica non esiste (e non si capisce perché mai dovrebbe esistere, con buona pace del cardinal Martini) crolla tutto il castello di carte. Crolla tutta la costruzione, crolla l’intero pensiero cristiano. Ma non sarà che poi collassa anche l'intero pensiero della civiltà occidentale ? Mica storie.

Basta sfilare quel mattone. Basta affermare che la natura umana non è, in origine, colpevole di alcunché. Come fa la teoria elaborata e proposta da Massimo Fagioli che alla festa dell’Unità di Roma, sabato prossimo, presenterà la nuova edizione del suo “Teoria della nascita e castrazione umana”, ultimo libro della trilogia che lo psichiatra marchigiano scrisse, in silenzio ed assoluta solitudine, nei primi anni '70 per definire con esattezza i contorni della realtà psichica umana e, con essa, della verità dell'essere umano. Altra prorompente dimostrazione di una "potenza della teoria" che ora, a distanza di decenni dalla sua prima formulazione, trova inconfutabili conferme di laboratorio.

“Nel volume, i tratti appassionati di un'intera vita dedicata alla ricerca sulla mente umana, le scoperte fondamentali, fino ai nuovi sviluppi dell'elaborazione teorica” scrive la casa editrice nella sua presentazione del libro.

Alla serata romana sarà presente l'autore; un appuntamento da non perdere assolutamente.

 

immagine tratta da http://www.segnalazioni.blogspot.com/


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