Dimissioni di Veltroni. On. Luisa Bossa: "Desiderio di autodistruzione"

par Francesco Raiola
martedì 17 febbraio 2009

Le dimissioni di Walter Veltroni sono definitive, lo dicono le agenzie, lo rilanciano i giornali e ce lo conferma l’onorevole Luisa Bossa, veltroniana doc, al telefono, direttamente dalla direzione nazionale del partito.
 
Insomma dopo la capitolazione nelle elezioni regionali, i problemi alle primarie fiorentine, dopo i problemi campani, l’autocandidatura di Bersani (avallato da D’Alema) e le minacce di divisione da parte di Rutelli, ecco che l’epilogo non poteva essere che questo.
 
Una sconfitta amara quella sarda, che ha portato al pettine nodi ormai impossibili da nascondere. Neanche Soru, l’astro nascente – così era definito in un certo ambiente della sinistra –, il governatore odiato e temuto da Berlusconi stesso, è riuscito a tenere a galla il PD, che crolla soprattutto sotto il fuoco amico.
 
“Ora si riunirà la costituente del partito che però potrà ancora rieleggerlo. L’aria comunque non è tranquilla” continua l’ex sindaco di Ercolano, affranta per quello che è successo.
 
Affranta perché “tutti hanno contribuito a quello che sta succedendo e hanno tirato la giacca, ognuno ha strappato un pezzo e ora siamo qui”. Arrivano attestati di solidarietà da tutto il partito che chiede che Veltroni ritiri le dimissioni, ma forse non c’è niente di peggio di questa ipocrisia: “Sono lacrime di coccodrillo e non c’è niente di peggio. Demolire lui, significa demolire il progetto di un partito nuovo, anche perché gli errori ci sono stati, certo, ma ci sono stati da molte parti”.
 
Quando chiediamo cosa ne sarà adesso se Veltroni non sarà rieletto o comunque non vorrà più essere rieletto, che ne sarà del PD e, soprattutto, se sono vere le voci di uno scioglimento del partito, il cellulare comincia a fare le bizze, si sente male, ma quello che si sente è molto chiaro “Insomma ma dove vanno! Questo è un cupio dissolvi, un desiderio di autodistruzione”.
 
Malattia che da tempo avvolge la sinistra, aggiungiamo noi, ma non ditelo a Rutelli D’Alema e Bersani.
 


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