Terzi: le dimissioni e l’ipocrisia di un paese

par Giampiero Cirnigliaro
giovedì 28 marzo 2013

Le dimissioni di un Ministro, ancorché di un governo già dimissionario, fanno scalpore. Se poi questo atto avviene in aperta contrapposizione con le decisioni dei suoi stessi colleghi di governo, è ancora più grave.

Ma la gravità non sta nelle sue dimissioni, bensì nelle azioni intraprese da un governicchio troppo schiavo degli interessi bancari ed economici.

Sacrificare i due Marò sarebbe la strada migliore per assicurare commesse da favola a Finmeccanica. Due agnelli per un caprone. Scambio equo. Alla fine, c'è da scommetterci, i nostri due leoni rimarranno in gattabuia per 7 anni (pena massima prevista dall'ordinamento dei vaccari), mentre le industrie faranno affari d'oro con la nuova superpotenza emergente.

Bene così. Noi sempre pecore, gli altri sempre vittoriosi. Se c'è da fare un appunto al Ministro Terzi, lo farei sulla tempistica: avrebbe dovuto mandare a quel paese il governo mesi fa. Adesso, come molti strani ed ignavi personaggi hanno detto e scritto, lui passa per lo "Schettino" della situazione.


Però questi signori (giornalai, politicanti, militanti e militari falliti), dov'erano negli scorsi mesi quando noi facevamo casino per la liberazione dei due ostaggi italiani? Dov'erano, questi sacri untori, quando l'Italia intera gridava "Liberateli"? Oggi son tutti bravi, come al solito. Buon per loro.
 
Altro personaggio che dovrebbe dimettersi da tutte le cariche è il sinistro segretario. Ha distrutto quel poco che rimaneva della sinistra italiana, ha preteso di essere eletto alle primarie, ha voluto l'incarico dall'imperatore. E adesso tornerà con la coda tra le gambe, a casa sua. Ma ancora non parla di resa. Forse non capisce che il suo attaccamento alla poltrona rovinerà l'Italia che già adesso è sulla strada che porta verso la Grecia, Cipro e la Slovenia. Un bel tour delle favelas europee.

E tutto questo, ovviamente, servirà a gonfiare le casse teutoniche. Cipro rischia il default, perché ha un grosso debito con le banche tedesche. E così, per restituire il denaro, si era deciso di prelevare forzatamente i soldi da tutti i conti corrente (decisione poi rivista solo per quelli sopra i 100 mila euro).

Capite, adesso, perché il professore ha preteso che noi tutti fossimo obbligati a tenere i soldi in banca? Domani potrebbero tranquillamente toglierci quanto vorranno, senza che noi potremo far nulla. Come fece un suo predecessore qualche decennio fa... ricordate? Bene, preparatevi sin da adesso. Forse sarebbe finalmente l'ora di mettere in ginocchio le banche togliendo loro tutto il nostro denaro. Vorrei vedere i bancomat bollenti, ma so già che vedrò le solite pecore al pascolo.

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