Diliberto: "Il craxismo la culla del berlusconismo"

par Marco Scipolo
mercoledì 1 aprile 2009

Il segretario dei Comunisti italiani analizza i motivi del successo di Berlusconi. “Ha trasformato il pubblico in elettorato”. E accusa la Rai di essersi adeguata al peggio della televisione commerciale.

Per Oliviero Diliberto, segretario nazionale dei Comunisti italiani, bisogna riportare al centro del dibattito politico “il tema dell’imposta patrimoniale progressiva per tutti”, ed occorre un’opposizione politica e sociale “qui e ora”. E’ questa, in sintesi, una delle ricette proposte dall’ex ministro di Grazia e Giustizia nel governo D’Alema come strategia per affrontare la crisi e l’attuale azione della maggioranza di centrodestra.

Diliberto, docente universitario di diritto romano, confronta presente e passato dell’Italia, notando qualche analogia fra i giorni nostri ed i tempi di Mussolini: “Tutte le gag di Berlusconi, le barzellette, la volgarità sono una cifra precisa: il fascismo aveva fatto della volgarità e della maleducazione una cifra di governo. E Berlusconi della volgarità e dell’incultura fa altrettanto una cifra di governo”.

Il leader dei Comunisti italiani desidera un Paese “dove la cultura, la buona educazione, l’onestà, cose che negli altri Paesi sono normali, tornino ad essere un valore in sé”. “Noi – prosegue – viviamo in un Paese che ha un progressivo imbarbarimento, che non nasce oggi”.

Diliberto, analizzando le possibili cause che hanno portato il premier ad “asfaltare” gli avversari alle elezioni, individua infatti nel passato, comunque non troppo remoto, le probabili ragioni del successo del leader del Pdl. E riconosce all’attuale presidente del consiglio di aver costruito “un senso comune che è in sintonia con le sue idee e le sue proposte”. Ciò, però, sarebbe iniziato prima ancora dell’entrata di Berlusconi nell’arena politica. “Berlusconi prima ha creato un pubblico, poi lo ha trasformato in un elettorato” sostiene Diliberto.

Tutto sarebbe nato negli ultimi trent’anni: l’idea del rampantismo, della “Milano da bere”, del “privato è bello”, del “denaro è un valore in sé e va preso su tutti gli altri valori”. “Il craxismo è la culla del berlusconismo” dichiara infatti Diliberto.

E prosegue attaccando la televisione: “Purtroppo la televisione commerciale, sostenuta da Craxi, irrompe nel panorama, sfascia tutti i paradigmi ed aggredisce la Rai sul terreno della rincorsa al peggio. La Rai si adegua: oggi le trasmissioni sono identiche tranne nicchie rarissime”. Dunque, sarebbe in corso una omologazione verso il basso della televisione privata e pubblica. Il segretario del PdCi sferra una dura critica alla Rai: “La Rai, che aveva svolto nei trent’anni precedenti la più gigantesca opera di alfabetizzazione di massa del nostro Paese, riunificandolo anche nella lingua, di colpo si imbarbarisce: invece di svolgere un compito educativo, ha il compito di vellicare i peggiori istinti del bar sport”.

Per essere competitivi in questo mondo di economia globale, secondo Diliberto, “l’Italia dovrebbe investire in maniera strategica sull’intelligenza dei nostri concittadini”. Che, tradotto, significa puntare sulla “cultura, scuola, università, ricerca scientifica, teatri, musei, biblioteche, archivi, enti lirici, scavi archeologici…”.

E’ notizia di questi giorni che il PdCi alle prossime elezioni europee correrà assieme a Rifondazione, Socialismo 2000 (movimento fondato da Cesare Salvi) e Consumatori Uniti (di Bruno De Vita), in una lista unitaria sotto un unico simbolo con falce e martello.


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