Dietrofront del governo: eliminata la "quota 96"

par Aldo Ficara
martedì 5 agosto 2014

I quota 96 sono i circa 4.000 insegnanti (61 anni di età e 35 di contributi oppure 60 anni di età e 36 di contributi), che non sono potuti andare in pensione nonostante i requisiti a causa della riforma Fornero, una normativa che non ha tenuto conto delle peculiarità del comparto della scuola, dove la data di pensionamento è legata, per esigenze di funzionalità e di continuità didattica, alla conclusione dell’anno scolastico (31 agosto).

Appena dieci giorni fa, era passato in Commissione Affari costituzionali un emendamento che doveva mettere la parola fine alla intricata e spinosa vicenda dei Quota 96 e martedì scorso (29 luglio 2014) anche la Commissione Bilancio della Camera aveva dato parere favorevole. Pertanto dopo due anni di proteste, i 4.000 prof si erano dunque illusi di poter andare finalmente in pensione a partire dal 1° settembre 2014.

Ma nel frattempo è intervenuta la Ragioneria generale esprimendo forti perplessità sulle coperture economiche per il pensionamento dei Quota 96, ipotizzando un costo per il solo 2014 di circa 50 milioni. Oltre all’intervento della Ragioneria generale, la "quota 96" era stata oggetto delle ire del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, che lamentava l'impossibilità di tagliare le tasse (fine ultimo originario dei tagli alla spesa) se la politica avesse continuato a chiedere di dirottare risorse altrove. Possiamo quindi affermare che per la scuola la legge Fornero, grazie agli interventi della Ragioneria generale e del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, rimane un totem invalicabile


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