Diciotti | Palestrati?!?

par Kocis
lunedì 27 agosto 2018

Dunque, due-tre giorni addietro il ministro della Lega Matteo Salvini, riferendosi ai 174 profughi rinchiusi nella nave della Guardiacoste Diciotti, costretta al fermo forzato nel porto di Catania, li appellati con il termine “palestrati”.

Ebbene, il dizionario Treccani da la seguente definizione del termine: “Che o chi ha irrobustito il suo aspetto fisico con un’intensa e talvolta eccessiva attività sportiva in palestra”.

I fatti insegnano che sarebbe stato più confacente esternare dopo avere direttamente visto, e quindi “soppesato” le fatture dei corpi, con i propri occhi. I loghi e i luoghi comuni che nel corso degli ultimi anni sono stati imposti alle immagini umane, specie quelle che sono diventate di moda in diverse trasmissioni televisive e nei luoghi ove vengono praticati i nuovi “modelli culturali”, hanno posto ai cittadini le immagini di persone ben messe nel fisico (molte volte sproporzionatamente ai canoni dell’elementare estetica praticata dai comuni cittadini). Forme e muscoli prorompenti, bene oliati, tappezzati da miriadi di scoppiettanti tatuaggi.

Nulla da dire, poffarbacco! Ciascuno, uomo o donna, cura il proprio corpo nella maniera che ritiene più idonea.

Del resto nei cinque giorni di calvario che si sono consumati nel porto di Catania il ministro Salvini non si è mai visto. In queste condizioni di lontananza prendere lucciole per lanterne è facile per tutti.

Certo, data l’importane ruolo istituzionale ricoperto, sarebbe stata cosa buona e giusta, approfondire l’ardua tematica, prima di profferire. 

Però, purtroppo, così non è stato!

Pazienza. Hanno fatto verità e giustizia le immagini degli umani riportate da tutti gli organi di informazioni, dopo la liberazione.

Si era già direttamente visto e constatato due giorni addietro riguardo lo sbarco dei ragazzini/bambini che sono stati rilasciati dal ferro della nave, poiché di tenera età (...così dissero i preposti, con le grandi mobilitazioni in corso nel porto di Catania).

Corpi macilenti, visi smunti, sguardi distrutti dal dolore e dalle drammatiche esperienze vissute, prima nell’attraversamento del deserto e nei lager libici, le laide violenze subite, dopo, in mare nella loro barchetta, nel salvataggio e nella privazione della libertà. Ossa viventi ricoperte da tenui tessuti. Stato psicologico totalmente traumatizzato.

La frittata “palestrata” si è ben bene messa a nudo nel corso della notte tra sabato e domenica.

Tutti gli italiani (almeno quelli di buona volontà visiva), prendendo visione delle immagini largamente trasmesse dalle televisioni e dai siti, hanno accertato con i propri occhi lo stato dei “palestrati”.

Magicamente, il supposto stato di irrobustimento fisico conseguente agli allenamenti in palestra era sparito. In gran parte i profughi sono eritrei. Come bene noto ai più l’Eritrea oltre ad avere tante godurie terrene, in democrazia, qualità e quantità della vita, è patria di molteplici allegre e lussuose palestre frequentate da numerose schiere di baldi giovani. Lo stesso vale, come riferito da molti osservatori, per i lager libici, superattrezzati di luoghi sportivi goderecci, giusto per rimpolpare i muscoli alle centinaia di migliaia di profughi alloggianti in questi brillanti luoghi di vacanza, e per fare smaltire i grassi superflui conseguenti ai lauti pranzi quotidianamente forniti.

Le immagini e le testimonianze parlano chiaro. I profughi, tutti, sono quasi degli scheletri viventi, in parecchi afflitti da tubercolosi e scabbia. Scarni e afflitti nell’aspetto umano. 

La rappresentazione vivente del dolore. Le donne, una decina, violate e violentate nei lager libici, immediatamente ricoverate in ospedale. 

Nessuno ha visto un palestrato! Evidentemente si è consumato un rapidissimo processo di trasformazione.

Un Miracolo all’incontrario? E’ ben noto che la Sicilia è terra di santi, possedenti virtù eccelse di intervento sugli umani. Agata a Catania, Rosalia a Palermo, Lucia a Siracusa... Donne, in particolare modo. Attente e generose. Con tutte le specifiche cure alle persone, caratterizzanti ”l’altra metà del cielo”.

Sono intervenute giusto per non dare ragione al ministro Salvini?

E’ stato questo? Ai credenti l’ardua risposta.


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