Diana Blefari si è impiccata in cella, sola da sola

par Doriana Goracci
domenica 1 novembre 2009

La sua ora d’amore era finita da tempo, forse non era mai iniziata. E pensare che ci sono Donne così come si può…

L’avevano detto in molti che prima o poi sarebbe successo, l’aveva detto forse anche lei che non voleva vivere più: "La donna si è impiccata ieri sera, attorno alle 22, 30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. Secondo quanto si è appreso era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell’accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che avrebbero sciolto con difficoltà i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si è impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza però riuscirvi”. E così la “neobrigatista” Diana Blefari Melazzi si è impiccata nel carcere di Rebibbia a Roma: sola da sola con il suo ergastolo che nessuno gli avrebbe tolto, per avere ucciso Marco Biagi, il 19 marzo 2002, a Bologna, insieme a Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi.

 

5 punte di stella conficcate in testa, come ossessione di vita e rivoluzione, non sono da poco, se una giovane donna con altre e altri si convince che far fuori un nuovo legislatore, un vecchio politico, un ruba galline o sogni, sia giusto e necessario, possa far stare meglio sé stesse e il mondo intorno e nessuna maternità “catartica” le è valsa come terapia o abbrevio di colpa.

Il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni dichiara che il caso di Diana Blefari era notoriamente drammatico, come anche le sue collaboratrici andavano dicendo: “Aveva dei problemi psichici, e un comportamento che in carcere preoccupa. Non aveva rapporto né con le altre detenute né con le mie collaboratrici. Avevo segnalato tempo fa questo suo disagio”.

L’avvocato Caterina Calia, difensore insieme a Spigarelli di Diana Blefari, conferma: “Siamo sotto choc, abbiamo fatto tante battaglie, abbiamo cercato in tutti i modi di far riconoscere il profondo disagio di Diana Blefari Melazzi. Ora è troppo tardi”.

La Corte di Cassazione e il Gup del Tribunale di Roma che avevano confermato l’ergastolo, hanno anche non riconosciuto che Diana Blefari soffrisse una grave patologia psichica e respinto ogni istanza: “Nel 2008 la brigatista in un momento di particolare tensione emotiva aggredì un agente di polizia penitenziaria. Anche in virtù di questo episodio per Blefari venne sollecitata l’ennesima perizia psichiatrica da parte della difesa. Ma il procedimento andò avanti e la brigatista per questo episodio venne rinviata a giudizio dal gup Pierfrancesco De Angelis. Il processo sarebbe dovuto cominciare il 23 novembre prossimo”.

La fine condanna se l’è data da sola, come la fine, da tempo, della sua e altrui esistenza. Chissà che fine hanno fatto quelle maschere grottesche di Berlusconi e Chirac, rinvenute nel covo di via Montecuccoli, era dicembre del 2003.

Credo che con Diana siano 60 i suicidi in carcere nel 2009. Dal sito di ristretti.it.

La sua ora d’amore era finita da tempo, forse non era mai iniziata.

E pensare che ci sono Donne così come si può…

 



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