Di Pietro prosciolto nel silenzio mafioso

par Andrea Pisani
sabato 14 febbraio 2009

 

Il 28 Gennaio del 2009 non verrà ricordato per la manifestazione di Piazza Farnese contro la magistratura corrotta, la politica truffaldina e l’informazione malata, ma bensì come il giorno dell’attacco di Antonio Di Pietro a Napolitano.

Mentre le agenzia di stampa, subito dopo l’evento, si affrettavano a diffondere il presunto attacco dell’ex-pm al Presidente della Repubblica, tutti i giornali cartacei e televisivi registravano la notizia (non essendo presenti alla manifestazione) amplificandola. Così scomparse il Piazza Farnese Day, oscurato dalla strumentalizzazione delle parole di Di Pietro, a scapito della denuncia al sistema omertoso.

Oreste Dominioni, Presidente dell’Unione delle camere Penali, sporse denuncia per vilipendio al Capo dello Stato pochi giorni dopo, dichiarando di non agire per conto di nessun partito ma per stigmatizzare un comportamento lesivo al dialogo riguardante la riforma della giustizia. Peccato che Dominioni sia stato avvocato delle famiglie Dell’Utri e Berlusconi; la sua condizione da terzo è alquanto instabile in questa faccenda.

Di Pietro si difende ma non ritratta le sue dichiarazioni, confermando le sue parole rivolte a tutta la piazza (“il silenzio e’ un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio”) che possono essere ascoltate da chiunque tramite youtube.

Il 13 Febbraio il caso è stato archiviato dalla Procura di Roma, escludendo che le parole di Di Pietro (“Il silenzio è mafioso”) fossero rivolte a Napolitano, mentre le critiche al Capo dello Stato sono state ritenute prive di offese ed insulti.

Di Pietro ha chiesto le scuse pubbliche da parte di chi l’aveva ingiustamente accusato di vilipendio; sul sito dell’Unione delle camere Penali appare invece una notizia che manifesta la delusione sull’archiviazione del caso, denunciando le diverse interpretazioni fornite dell’ex-pm sulle parole pronunciate a Piazza Farnese.

Come da procedura, mentre la notizia dell’iscrizione di Antonio Di Pietro come indagato era stata pubblicizzata su tutti i quotidiani online in cima alle news, la richiesta di archiviazione che ha fatto decadere ogni accusa è passata sotto silenzio.

Il silenzio è mafioso, ma non quello di Napolitano: quello mediatico. 


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