Di Pietro: la cena infame, mafia e il Colpo di Stato

par l’incarcerato
venerdì 5 febbraio 2010

Care teste di capra, di solito quando si parla di strategia della tensione, massoneria, CIA e Servizi Segreti Italiani, subito si è bollati come complottisti. Capita quando si mette nero su bianco le ipotesi e analisi che uno teorizza, oppure quando si parla con amici intorno ad un fiasco di vino.

Era da tempo che meditavo sul fatto che Tangentopoli, quella grande inchiesta chiamata Mani Pulite che fece emergere la corruzione politica e finanziaria di tutti i partiti (nessuno escluso), sia stata voluta dall’alto per rimodellare il sistema politico. C’è chi lo chiama "Colpo di Stato", chi addirittura lo equipara ad una specie di Strage di Stato.
 
In effetti non dobbiamo mai dimenticare che nell’inchiesta condotta da Di Pietro ci furono decine di suicidi, e morti chiamiamole "collaterali" come strani incidenti e suicidi strani. Dopo 17 anni, grazie soprattutto alle parole del figlio di Ciancimino è emerso chiaramente che la Seconda Repubblica è nata dalla trattativa tra mafia e Stato. Ed i protagonisti della trattativa occupano tuttora dei posti chiave. Abbiamo il capo dell’antimafia Grasso che all’epoca era procuratore capo di Palermo quando partì l’indagine su Ciancimino jr. E né lui, né il suo fedelissimo aggiunto Giuseppe Pignatone né i solerti sostituti che seguivano l’inchiesta rivolsero mai una sola domanda al figlio di don Vito sulla trattativa intrecciata da suo padre con i carabinieri del Ros durante e dopo le stragi del 1992. Come l’attentato al giudice Borsellino, colui che si oppose alla trattativa e che molto probabilmente lo appurò quando incontrò Mancino, all’epoca Ministro dell’interno ed ora Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
 
Insomma, per chi vuole cercare di capire, è chiaro che l’inchiesta Mani Pulite sia stata voluta e facilitata dai Poteri Forti. Non dimentichiamo che la DC fu sciolta e cacciata via, ma rientrò immediatamente amalgamandosi nei due schieramenti. E inoltre, grazie a questo riequilibrio, si avviarono quelle riforme che hanno distrutto lo Stato Sociale, potando avanti le politche liberiste. E anche in questo caso ci fu il solito intervento Statunitense.
 
Tutto questo è teorizzabile, ma è la prima volta che esce fuori una focalizzazione addirittura visiva di tutto ciò: la foto che trae Di Pietro, Contrada e un uomo della CIA, i quali tutti insieme chiacchierano e cenano giovialmente. Ed è una foto che risale 15 dicembre del 1992!
 
Al di là del motivo per cui sia stata tirata fuori dal cilindro solo ora, questa foto è oggettivamente imbarazzante e inquietante. Tanto è vero, che Di Pietro (il quale io difendo quando dice cose sensate come l’attacco al Presidente della Repubblica) non ha dato nessuna giustificazione, se non dire che non conosceva Contrada.
 
L’avvocato abruzzese Mario Di Domenico, autore del libro "Il colpo allo stato", prossimo alla pubblicazione, volume che contiene le foto scattate 17 anni fa che ritraggono Antonio Di Pietro a cena con l’ex agente del Sisde ha detto una cosa più che giusta ed inattaccabile:
«Delle sorti politiche di questo signore non mi interessa nulla. Ma le pare una cosa eticamente corretta che un ex magistrato dica "io Contrada non sapevo chi era" e oggi dice "io collaboravo con Borsellino" e Borsellino dice "Contrada è addirittura un assassino" e lui collabora con Borsellino? O mente oggi o mentiva ieri».
Non dimentichiamo che l’ex agente del SISDE Bruno Contrada è stato arrestato per concorso esterno per associazione mafiosa e operò lui quando Borsellino venne ucciso. Ucciso vicino ad un castello, il luogo di copertura dei servizi segreti, il luogo dove arrivò il segnale che fece esplodere la bomba. E non dimentichiamo che dopo Tangentopoli si presentò come il nuovo, l’eroe, il giustizionalista, l’anti politico e anti comunista Berlusconi. Colui che volle Di Pietro come ministro.
 
Di Pietro non è l’unico che faceva incontri particolari nelle caserme, mi viene in mente un avvocato che faceva parte della difesa delle vittime della strage di Bologna che la sera faceva incontri nella caserma con uomini dei servizi. Un doppiogiochista. Insomma pare che la caserma sia un luogo oscuro e particolare dove ci si riunisce per depistare, ridisegnare e avviare diverse strategie che marciscono sempre di più il nostro Stato.

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