Di Pietro-Travaglio-Grillo: il triangolo, no?

par l’incarcerato
venerdì 9 novembre 2012

Oramai è divertente leggere le analisi (termine in questo caso inappropriato) sul "caso Di Pietro" che pullulano nel web sempre più omologato. Persone di sinistra (perfino comunisti) che difendono questo signore (di destra) dicendo che è vittima dei Poteri Forti e che Monti (ovviamente per me un avversario) ha messo in moto tutto questo perché Di Pietro è l'unico che si opponeva a lui: dimostratemi quando e come, e tralasciatemi gli slogan. Voglio i fatti. Il pareggio in bilancio ad esempio l'hanno votato per i due passaggi fondamentali, per poi all'ultimo votare contro. Furbizia elettorale.

Pensate, fino all'altro ieri la Gabanelli la consideravano una giornalista libera (e mi complimento con la brava e professionale Sabrina Giannini, con un curriculum di tutto rispetto) ed ora dicono che ha fatto il gioco della "casta"! D'accordo, è pacifico che siamo al delirio della ragione. Invece la storia è molto più semplice ed è quasi alla luce del sole. Ora c'è il movimento di Grillo che è diventato più forte dell'IDV e hanno esattamente la stessa base elettorale. Sono uguali, simili, identici principi.

Travaglio (quello che dice che un giornalista non dovrebbe nemmeno prendere un caffè con un politico) ha scritto un editoriale pessimo in difesa del suo amico Di Pietro (e con lui prende più di un caffè); inoltre Marco Travaglio non si sarebbe limitato a stigmatizzare la puntata “Gli Insaziabili”, ma c'è chi denuncia che abbia telefonato Milena Gabanelli per dirle che occupandosi di Di Pietro aveva gravemente sbagliato. Se una cosa del genere l’avesse fatta Sallusti dopo un’inchiesta su Berlusconi, Feltri dopo una su Tremonti, Belpietro dopo un servizio su Bossi e la Lega, si sarebbe parlato di pressioni e intimidazioni, di tentativo di condizionare una libera testata. Se però lo fa Travaglio per Di Pietro, tutti zitti. 

Grillo poi è intervenuto sul suo blog utilizzando le stesse parole di Travaglio e addirittura proponendolo come Capo di Stato (per carità). Di Pietro, con astuzia, senza dire nulla ai suoi del Partito è andato di corsa a farsi intervistare dal Fatto Quotidiano per dire che scioglierà l'IDV. La strategia è chiara: fondersi o dividersi, (aspettiamo gli scenari futuri) per stare con il Movimento 5 stelle e renderlo un soggetto politico determinante.

Un bel triangolo degno della canzone di Renato Zero. Bella prospettiva: da una parte il blocco liberista, dall'altra quello reazionario.


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