Di Pietro, Vendola, Bersani: a sinistra c’è molta confusione

par Giacomo Lagona
sabato 1 settembre 2012

E’ la disperazione, l’improvvisazione e l’audacia da prima donna che ha colpito il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. Nelle ultime settimane Tonino si è lasciato prendere dalla foga del "ghe pense mi" berlusconiano e si sente pronto a tutto. In cambio, da bravo artefice del proprio successo, riceve brutte figure una dopo l’altra.

Prima difende Vasto, poi respinge il Pd, poi si fa respingere dal Pd, dopo da Vendola, dopo ancora cerca di allearsi con Beppe Grillo il quale lo manda a quel paese. Si fa umiliare da Grillo, critica Grillo perché lo ha umiliato e critica il Pd – di nuovo – perché non gli lascia scrivere le regole per le primarie e infine dice di candidarsi alla premiership anche senza primarie. Insomma, Di Pietro è il classico lumacone che pianifica a voce firmando con l’inchiostro simpatico. E fin qui tutto normale.

Nel frattempo Bersani tende la mano a Casini, tende la mano a Vendola e tende la mano – poco, a dir la verità – a Matteo Renzi che si sbarbica per candidarsi alle primarie (ma si faranno?) girando l’Italia in camper. Un casino, avete capito no?

In estate arriva l’acquazzone Berlusconi: un giorno si candida a premier e l’indomani vuole uscire dall’euro. La speculazione finanziaria se fosse persona si chiamerebbe Silvio. Tutto perché Monti ha i riflettori della stampa mondiale puntati addosso, e dato che l’importante è apparire, i nostri sperano in uno spiraglio di luce al neon per ri-apparire in forma smagliante meglio del Durbans. Ma la vita (politica) è come le scale: c’è chi scende e c’è chi sale.

A salire questa settimana è il trio Bersani-Vendola-Casini. Vendola dice che senza Casini si prendono più voti. Casini, da vero signore, si preoccupa solo se Vendola vuole rapporti più stretti. E Bersani aspetta. Tutto prevedibile e già visto decine di volte.

Stesso discorso, prevedibile allo stesso modo, toccherà a Renzi taroccato da manie di primarie a tutti costi, l’alleanza Vendola-Bersani con o senza Casini e via dicendo finché non arriverà il giorno delle elezioni – quelle vere, ad aprile 2013 – in cui Bersani Vendola e Di Pietro serrano i ranghi e si alleano per combattere l’infernale centro-destra in cui fa capolino un agghiacciante Berlusconi candidato premier, un aberrante Casini candidato presidente della Repubblica e un Fini candidato a tutto-ciò-che-resta. Avete capito no?

Ah: ieri è morto il Cardinal Martini, Andreotti è ancora vivo però.


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