Di Lady Gaga, di sesso e di morte

par Lou Del Bello
sabato 30 ottobre 2010


Questo è un articolo che volevo scrivere da qualche tempo, perché riguarda una delle mie cantanti preferite (lo dico con ironia, ma neanche troppo), e perché a lei è dedicato un commento molto interessante, riproposto dalla Lipperini sul suo blog. L'articolo è apparso su Repubblica con la firma di Camille Paglia, e offre qualche spunto interessante per capire l'inspiegabile successo di un'artista tanto - maraglia - e priva di reali talenti musicali. Ma oltre a questo, fa riflettere su certe attitudini tipiche della nostra generazione. Che i nostri genitori si rifiutano troppo spesso di riconoscere, perché sarebbe come ammettere il proprio fallimento.

Oltretutto, malgrado il fatto che metta in mostra interi metri quadri di pallida carne e indossi i classici orpelli dei feticisti e masochisti della prostituzione urbana, Gaga non è affatto sexy, essendo piuttosto simile a una marionetta spilungona o a un androide di plastica. Come è mai possibile che una figura così costruita a tavolino e artificiale, così morbosa e stranamente antisettica, così sprovvista di autentico erotismo, sia diventata l´icona della sua generazione? Può essere che Gaga incarni la fine ormai estenuata della rivoluzione sessuale? Con la maniacale parodia di Gaga di un personaggio dopo l´altro – esasperata, eccessivamente calcata e claustrofobica – potremmo aver raggiunto la fine di un´epoca…

Gaga ha preso in prestito così tanto e così intensamente da Madonna (come nel suo ultimo video intitolato Alejandro) che dovremmo chiederci a che punto l´omaggio si trasformi in plagio. In ogni caso, il fatto è che Madonna da giovane era tutta un fuoco, era davvero l´incontrastata erede di Marlene Dietrich. Per Gaga, invece, il sesso è più che altro decorazione, apparenza, e lei è come un falso mobile rococò realizzato in laminato. È inquietante tuttavia che la Generazione Gaga non riesca a coglierne la differenza. È la morte del sesso? Forse, lo status simbolico che il sesso ha rivestito per un secolo è andato perduto. Forse, la sua traiettoria innovatrice può dirsi conclusa…



Non vi dico i commenti di indignazione di grandi e piccini. Ma no, i giovani sono pieni di belle speranze, ma no, i giovani possiedono uno slancio vitale che gli permetterà di riparare a tutti i nostri errori, e via farneticando. Non è così.

E mi sorprende il fatto che gli opinionisti cadano dalle nuvole. Non è una novità che per noi il sesso sia diventato più un problema, anzi un fastidio, che un piacere. Non è una novità che ci faccia anche un po' schifo, con tutti quegli odori e fluidi e imperfezioni della pelle. Ci hanno abituati a disinfettarci pure le ginocchia, figuriamoci. È una necessità che sbrighiamo nel modo più asettico possibile, facendolo a casaccio con sconosciuti, puttane, amici, filmetti porno, ma che con il sentimento e l'erotismo ha a che fare ormai poco o nulla. Siamo una generazione involuta sentimentalmente, infanti di ritorno: tenerci per mano ci emoziona, scopare ci lascia indifferenti. Al massimo usiamo il sesso come merce di scambio, come forma di manipolazione quando ci troviamo di fronte qualcuno più debole di noi.

Cos'è la rivoluzione sessuale? Farlo con chi ti pare, non avere più inibizioni? Questa roba ce l'hanno servita su un piatto fin dalla pubertà, non ci entusiasma, non ci serve.

Non ci hanno insegnato a vivere, e siccome ormai siamo vecchi facciamo fatica ad imparare, preferiamo morire.

Sarà un caso che un buon cinquanta per cento delle donne che conosco soffra o abbia sofferto di disturbi alimentari? Anche il cibo fa un po' schifo, con tutti quegli odori, fluidi e imperfezioni corporee che comporta. Sarà un caso che un altra bella fetta di miei coetanei abbia o abbia avuto storie di tossicodipendenza? Le droghe ci sono sempre state, perché oggi sono più che mai diffuse e al tempo stesso non rappresentano più un problema? Il nostro fuoco è freddo e blu, la nostra estasi è giocare con la morte.

Guardatevi intorno, mamma e papà, avete cresciuto una nidiata di zombie eternamente bambini.


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