Di Battista-Scalfari a La7: il rispetto e l’insulto (VIDEO)

par Camillo Pignata
venerdì 4 novembre 2016

Ieri sera, nella trasmissione della Gruber "Otto e mezzo" ho visto il confronto Di Battista/Scalfari e, devo dire che non mi è piaciuto.E' stato una delusione.

Poteva spiegarci tante cose e tante cose farci capire: il presente e il futuro del MOV5S, la sua natura, i suoi progetti i suoi programmi, la visione dell'Europa.

Ma quale Europa? Quella di Spinelli, di Varoufakis o un'Europa diversa da inventare?

La presenza di un rappresentante di un movimento che non è né di destra, né di sinistra né di centro poteva essere l'occasione per spiegare le ragioni per cui destra, sinistra e centro, operano congiuntamente, come alleati , nel parlamento europeo, mentre le banche schiavizzano non solo le famiglie , ma anche le imprese, dominano la politica e in questo dominio, realizzano l’omogeneità di forze politiche tradizionalmente avverse.

Poteva essere l'occasione per farci capire che forse il conflitto destra/sinistra è stato superato dal conflitto tra sistema finanziario che tutela il potere finanziario anche contro l’economia reale, e sistema politico, che tutela il cittadino le sue esigenze, indipendentemente dal loro collocazione politica.

Un grande giornalista avrebbe sollecitato spiegazioni, cercato di capire le ragioni del superamento della tradizionale contrapposizione destra/sinistra,vdi scoprire una forza politica nuova, un movimente che arranca a fare i primi passi sulla scena politica.

Avrebbe cercato di capire, se il movimento è inesperto o incapace, se è come gli altri partiti o diverso, se è un fatto solo italiano, o si muove nella scia di altri movimenti europei.

Ma non voleva capire Scalfari anche se c’era tanto da capire. Scalfari aveva tutto chiaro nella sua mente, a Scalfari interessava insultare.

E questo Scalfari non mi è piaciuto, troppo aggressivo con insulti che ripeteva a raffica. Così come non mi è piaciuto Di Battista, troppo arrendevole.

Ma l’aggressione può avere una motivazione, può avere il conforto di un'attività giornalistica intransigente con tutti che non ha mai taciuto di fronte a niente? Possono avere gli insulti del grande giornalista, qualche valida giustificazione?

Certo che è difficile spiegare i suoi silenzi di fronte agli sfracelli istituzionali di Napolitano, di fronte ai danni irreparabili di chi era parziale mentre doveva essere imparziale, di chi doveva rappresentare il popolo tutto, e promuove una riforma costituzionale non voluta dal popolo.

Niente e nessuno poteva frenare l’ira funesta di Eugenio Scalfari, anche gli sforzi di "Dibba" per spiegare, che il movimento aveva recuperato alla politica tanta gente che se ne era allontanata, e che ha sviluppato un’intensa attività parlamentare con la produzione di tantissime proposte di legge.

Merita insulti una forza politica siffatta?

Chi ha taciuto su Napolitano non può permettersi il lusso di chiamare ridicola una forza che prende 9 milioni di voti?

Ma Dibba è stato troppo arrendevole, anche se la tarda età consigliava rispetto. Rispetto, ma non arredevolezza, specie se essa impedisce di chiarire alla gente la natura del movimento, i suoi angoli nascosti, le sue prospettive future.

Il futuro del movimento è ideologico o pragmatico, la democrazia partecipativacome si rapporta con la democrazia parlamentare, si ferma ad internet oppure scende nell'economia reale?

Si realizzeranno nuovi e diversi comitati di quartiere, comitati di fabbrica, comitati scolastici, oppure sono arnesi irremidiabilmente superati dal tempo?

Questo doveva chiarire Di Battista, e non ha chiarito.

 


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