Destra e Sinistra? Sono tutti uguali!
par Gregorio Scribano
venerdì 4 luglio 2025
Il mainstream della sinistra italiana – politici, giornali, opinionisti, talk show e influencer – insiste con una narrazione tanto ossessiva quanto riduttiva: il governo Meloni incarnerebbe un esecutivo di “destra-destra”, una sorta di reincarnazione moderna del fascismo, un regime in piena regola che minaccia le libertà fondamentali e scivola pericolosamente verso l’autoritarismo. La presidente del Consiglio viene ritratta come una leader che sogna lo Stato etico, il controllo sociale e la cancellazione dei diritti civili. Ma davvero è così?
Guardando la realtà quotidiana – con gli occhi di un osservatore neutrale, di un semplice cittadino che lavora, paga le tasse e cerca solo di arrivare alla fine del mese – questa narrazione appare sempre più distante dal vissuto comune. Anzi, diventa quasi grottesca nella sua drammatizzazione. A ben vedere, le differenze tra la destra al governo e la sinistra che c’era prima al governo e quella che c’è oggi all’opposizione, sembrano svanire come neve al sole. E qui non si tratta di qualunquismo, ma di constatazioni oggettive: cambiano i governi, ma i problemi restano gli stessi.
Dove sono finiti l’“ordine” e la “legalità” tanto sbandierati dalla destra in campagna elettorale? Le nostre città sono ancora preda dell’illegalità diffusa, del degrado urbano, dell’abusivismo e dell’insicurezza. Le baby gang non hanno subito alcuna “tolleranza zero”, gli spacciatori continuano a occupare angoli delle stazioni ferroviarie, e i quartieri periferici delle grandi città restano abbandonati, dimenticati, privi di presìdi sociali e istituzionali. Gli incidenti stradali continuano a mietere vittime, il codice della strada resta un optional e la manutenzione urbana è ferma a dieci anni fa.
Sul fronte ambientale, il dissesto idrogeologico è una piaga mai affrontata seriamente: ogni pioggia abbondante porta frane, smottamenti, esondazioni. A ogni alluvione si assiste alla solita liturgia istituzionale: “emergenza”, “solidarietà”, “ricostruzione”. Nessuna prevenzione, nessuna visione. Come se il tempo non esistesse.
E poi le città: sporche, caotiche, abbandonate. I trasporti pubblici sono un disastro, con autobus vetusti, treni regionali che sembrano carri bestiame e collegamenti tra periferie e centri urbani da terzo mondo. Altro che efficienza e modernità. Gli ospedali? Stremati. Le liste d’attesa per visite specialistiche si contano in semestri, mentre il personale sanitario scarseggia e fugge verso l’estero. Le scuole cadono a pezzi, e la giustizia è un labirinto di carte, rinvii e udienze fissate a distanza di anni.
E dove sono finite le promesse su stipendi e pensioni? Le buste paga dei lavoratori dipendenti sono sempre più leggere, i pensionati fanno i conti con aumenti che definire irrisori è un eufemismo, mentre l’inflazione divora il potere d’acquisto. La tanto annunciata riforma fiscale ha prodotto pochi titoli e nessun beneficio tangibile per chi le tasse le paga davvero. L’evasione fiscale? Ancora lì. Intoccabile. Un buco nero che inghiotte miliardi senza che si vedano iniziative concrete per colpirla in modo sistemico. E la riforma della Legge Fornero? Peggio che mai, adesso si paventa addirittura di elevare l’asticella dell’età pensionabile fino a 70 anni!
Destra e sinistra si accusano a vicenda, ma alla fine i sacrifici li fanno sempre gli stessi: i lavoratori dipendenti, i pensionati, i cittadini onesti. Gli “invisibili”, quelli che non fanno rumore, non bloccano le strade, ma che reggono ogni giorno sulle proprie spalle un Paese sempre più stanco.
Se questa è la famosa “destra-destra” paventata dalla sinistra, allora siamo di fronte a un gigantesco bluff. Il pericolo non è l’autoritarismo. Il vero rischio è la normalizzazione del declino, la continuità dell’inefficienza, la retorica senza fatti. Si resta fermi, mentre il mondo corre.
Alla fine, forse, è proprio vero quello che si sussurra da tempo nei bar, negli uffici, nei mercati: sono tutti uguali. E no, non è qualunquismo. È solo una triste constatazione.