Dentisti, Farmacisti, Notai: "gli intoccabili"!

par LIBERALVOX SocialNetwork
venerdì 3 aprile 2009

In Italia tutte le decisioni politiche ed economiche non vengono mai prese partendo dalle reali necessità del paese e nell’interesse generale della collettività, ma sempre e soltanto in base a quanto riescono a “pesare” le caste. Tre su tutte: Dentisti, Notai e... Farmacie.

* Dentisti: perché non esistono studi dentistici convenzionati con il S.S.N.? Perché bisogna pagare migliaia di euro per una “corona” ed un “ticket” di qualche decina di euro per una protesi d’anca?



* Notai: qual è la loro effettiva utilità a parte quella di intascare soldi senza fine e arricchirsi a dismisura facendosi pagare parcelle di migliaia, migliaia e migliaia di euro da chi si indebita fino al collo per comprare la prima casa? Un "normale" laureato in giurisprudenza, in questa Repubblica Democratica, Libera e Liberale, non potrà mai diventare "un notaio" dacchè “il Pozzo di San Patrizio” viene tramandato di padre in figlio come nelle migliori monarchie!

* Farmacie, ma non Farmacisti (!?): perché un farmacista regolarmente laureato deve sborsare parecchi milioni di euro per aprire un “punto vendita” con la croce verde? Dove sono finiti i medicinali da banco che potevano e dovevano trovarsi anche negli scaffali del supermarket? Cosa ne sarà delle “parafarmacie”? È passata sotto silenzio la dichiarazione del sottosegretario alla Salute a proposito del futuro delle parafarmacie, quei negozi nati in seguito alla liberalizzazione del 2006 che vendono medicinali da banco e altri prodotti (cosmetici, tisane, pannolini, pannoloni, ecc, ecc). Il governo ha fatto sapere che gli esercizi in questione dovranno chiudere, a meno che non siano in grado "di dimostrare la concreta utilità di questo canale distributivo, a fronte di un servizio già offerto dalle farmacie tradizionali e dalla vendita nella grande distribuzione". Insomma pare che il governo non abbia nulla da rimproverare alla parafarmacie in termini di tutela della salute, che poi sarebbe la sua competenza. Per contro il governo ritiene che questi 2.300 negozi possano guadagnarsi il diritto ad esistere non in base al fatto di avere o meno clienti, ma ad un parere ministeriale sulla loro utilità. "Non vogliamo imporre niente a nessuno" spiegano al ministero della salute, senza precisare in che modo la chiusura forzosa delle parafarmacie non configuri un’imposizione, "ma dobbiamo vedere cosa serve realmente al sistema". Ma questo, non era il governo delle liberalizzazioni? Allora perché tanto accanimento contro le parafarmacie? La risposta si trova nelle categorie che si sono già guadagnate il diritto ad esercitare la stessa attività: le farmacie storiche! Le farmacie - alla stessa stregua di dentisti e notai - sono categorie ben organizzate: “caste” - per l’appunto - in grado di far sentire la propria voce nelle “opportune sedi” e per questo intoccabili!


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