Democrazia elettiva addio

par Antonella Policastrese
giovedì 10 luglio 2014

Con propria circolare del 1° luglio scorso, il Ministero dell’Interno ha stabilito le regole per le elezioni di secondo grado (cioè senza suffragio popolare) dei consigli metropolitani per le città metropolitane (dieci in tutto) e dei presidenti, nonché dei consigli provinciali così come trasformati dopo l’entrata in vigore della Legge 7 aprile 2014, n° 56.

Il giorno delle elezioni è fissato, al momento, per domenica 28 settembre, dalle ore 8 del mattino alle ore 20. In Calabria si voterà per l’elezione dei presidenti e dei consigli provinciali di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo. A Reggio Calabria, destinata a divenire città metropolitana, si voterà per l’elezione del consiglio metropolitano solo nella primavera del 2016. Per le votazioni c’è da specificare che i cittadini chiamati a eleggere le nuove amministrazioni provinciali saranno i sindaci ed i consiglieri comunali in carica, ma non per questo, nella circolare del Ministero recante le linee guida per questo election-day di secondo livello, si disdegna di menzionare termini oramai nostalgici quali: convocazione dei comizi o liste dei candidati e propaganda elettorale.

Tuttavia, nella circolare in specie, c’è una novità che riguarda la candidabilità di alcuni amministratori, poiché, limitatamente a questa prima elezione dei nuovi consigli provinciali, sono ammesse le candidature dei consiglieri provinciali uscenti, compreso i presidenti. Questi ultimi godono però del solo elettorato passivo, ma non di quello attivo e pertanto possono essere votati ed eletti, ma non possono votare. Il nuovo consiglio provinciale di Crotone sarà dunque composto dal presidente e da dieci consiglieri in base ai voti espressi da sindaci e consiglieri comunali in carica.

Potranno essere eletti a presidente della provincia solo i sindaci il cui mandato scade non prima di 18 mesi dalla data delle elezioni. Seppure l’impianto legislativo di riforma lo preveda; non è garantita in questa prima tornata elettorale la rappresentanza di genere (le quote rosa). Per l’elezione del consiglio e per la presidenza della provincia di Crotone dovrebbero essere chiamati poco oltre 300 elettori (tra sindaci e consiglieri comunali che godono dell’elettorato attivo), mentre tra gli eleggibili, come detto, possono rientrare anche i 24 consiglieri provinciali uscenti e il presidente. Messe così le cose non c’è dubbio che il 28 settembre segnerà un altro passo importante verso la costituzione del partito unico italiano, posto che la maggioranza dei comuni italiani è governato da coalizioni di centro-sinistra, e così pure le regioni e le province uscenti, i cui amministratori avranno comunque peso e influenza politica nella formazione delle liste per l’elezione di presidenti e consigli di province e città metropolitane. Mai, come con Matteo Renzi, la Cina è stata così vicina, nel senso che il capo del governo nazionale è stato eletto dalle primarie del PD (un milione e 700 mila voti e poi proclamato premier, nei fatti e nella qualità di segretario del partito).

E siccome l’esperimento è riuscito, si proverà a replicare con la riforma del Senato; non più elettivo, ma composto da rappresentanti delle regioni (come detto, oramai quasi tutte di centro- sinistra) e da nominati. Vero è pero che vige il principio della gratuità di servizio per tutti quelli che saranno eletti o chiamati, nella carica di sindaci metropolitani, di presidenti delle provincia e di senatori; ma questo è un dettaglio tra gentiluomini, poiché sicuramente si troverà il modo di remunerarli quegli incarichi.

Il potere non è un albero che non dà frutti e comunque il suo esercizio richiede tempo e dedizione, spesso anche sacrificio, rinunce e abnegazione. Alla luce dei fatti, ovvero delle riforme attuate e di quelle cui il governo del Segretario del PD intende dar vita, si delinea nitidamente un disegno che non era quello di portare l’Italia fuori dalla crisi, poiché le emergenze non erano certamente quelle di abolire province e senato, di restringere drasticamente le forme di democrazia elettiva.

 


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