Delio Rossi ha fatto bene. Anzi, benissimo
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giovedì 3 maggio 2012
In una società di viziati, vittimisti, irresponsabili, indisciplinati, provocatori e prepotenti, per di più iperprotetti e blanditi, il gesto, umanissimo, dell’(ex!) allenatore della Fiorentina va persino apprezzato
La solita canea conformista di giornalisti e commentatori si è scagliata compatta – con la lodevole eccezione di Zbigniew Boniek – contro l’allenatore della Fiorentina, Delio Rossi, colpevole di aver reagito con qualche schiaffone (per poi finire in terra) ai gesti provocatori e agli insulti del giovane attaccante Ljacic, sostituito al 32’ di Fiorentina-Novara (al momento sul risultato di 0-2) per scarsissimo rendimento. La partita si concluderà poi 2-2, permettendo ai viola di mantenere intatte le speranza di non retrocedere in serie B.
I due personaggi coinvolti. Delio Rossi è un uomo di 52 anni, riminese. Ex dignitoso centrocampista, come allenatore (tra gli altri, ottimi piazzamenti in A con Lazio e Palermo), ha collezionato buoni risultati A detta di chi lo conosce, è persona mite, anzi timida. Adem LjajiÄ è un attaccante serbo, alto 1,81, poco più che ventenne. Spacciato per grande promessa del calcio, finora si è caratterizzato per una caratteristica poco lusinghiera per un attaccante di calcio: non segna quasi mai, anzi fallisce facili gol a quintali. Ma il suo stipendio – si suppone – si aggira sul mezzo milione di euro all’anno. Almeno.
Si racconta che lo scrittore russo Lev Tolstoj, simbolo della nonviolenza e del pacifismo, avesse tra i suoi alunni – ragazzini di strada e “devianti” – un “bullo” particolarmente maleducato e provocatorio. Dopo tanti e tanti richiami, un giorno il povero scrittore perse i gangheri e massacrò di botte il tipetto. Poco dopo, il ragazzino ringraziò Tolstoj: era quello che avrebbe voluto fin dall’inizio. E, da quel momento, fu un allievo modello!
Prima il postsessantottismo contestatore e iconoclasta, poi la cafoneria berlusconiana, basata sulla “meritocrazia” di escort e Corona vari, nonché pedagogismi e sociologismi vari, hanno annientato nel nostro Paese valori sacri quali il senso lavoro, la disciplina, il rispetto dei ruoli e la considerazione per l’età. Allora, ci sentiamo di difendere il povero Delio Rossi, ultimo simbolo di un’umanità e di una civiltà che sembrano in via di estinzione. (E che, per la cronaca, è stato esonerato dalla Fiorentina e rischia di non essere più pagato per essere stato sottoposto a “licenziamento per giusta causa”).
Rino Tripodi