Debora Serracchiani: L’89 aspetta le tue risposte

par L’89
mercoledì 27 maggio 2009

Per rispetto nei confronti dei nostri lettori (a proposito: sempre di più, e ve ne ringraziamo) che abbiamo tediato per settimane con un banner che preannunciava un’imminente intervista, rechiamo per intero le domande alle quali la dott.ssa Debora Serracchiani (Pd) – dopo un primo e un secondo assenso – ha ritenuto opportuno non rispondere.

L’invito era stato inviato, l’ok dalla sopracitata ricevuto e confermato.
E’ da tanto che attendiamo – speriamo non invano – anche solo un diniego che ci distolga dal ricordarle la premura (alla quale, ribadiamo, aveva dato ampio consenso).

Stante il delicato momento-campagna-elettorale, non ci sognamo di pensare a un rifiuto definitivo privo di preavviso, ma piuttosto a una dimenticanza o a una promessa rimasta inesaudita più per colpa che per dolo (restando nel suo ambito lavorativo). N’est pas?

(S)Fortunatamente, il sito che leggete è stato ed è approdo (sappiamo) di alte eminenze, che potranno celermente riferire. E, in giorni in cui il segretario del partito al quale la dott.ssa fa riferimento espleta ad Annozero la teoria remi-in-barca del vota-noi-che-sennò-vince-silvio (riuscendo addirittura a farci dare ragione a Lupi che lo contraddice imputandogli una sacrosanta carenza di ide[ologi]e), crediamo che tale intervista (per lei, non tanto per noi) possa dare qualcosa. A chi? Come? Vedano loro. Ci sono i lettori di “Chi?” e gli elettori, di “Chi?“.

Le domande:

- Auto-presentazione in 3 righe.

- E’ salita gli onori della cronaca in virtù dell’intervento all’Assemblea dei Circoli del PD, la stampa estera – vedi El Paìs - la raffigura come “stella nascente della sinistra italiana“. Cos’è la sinistra? Quanto è di sinistra il Partito Democratico? Cosa dovrebbe spingere un elettore di sinistra a votare un ibrido catto-riformista?

- Una delle sue frasi ad effetto che più la rete ha veicolato è stata “la leadership va intesa come mezzo per una linea politica di sintesi“. Ce la vuole spiegare? Crede di poterne fare la chiave della sua campagna elettorale alle europee?

- Europa: il Pd annuncia la creazione di un nuovo gruppo. Un bel rischio..

- Quel discorso ha trovato il placet mediatico solo in quell’occasione, malgrado, come lei stessa ha detto, è lo stesso che ha adoperato altre volte. Fa sorridere?

- Non teme di esser stata- e di essere, in toto – un po’ troppo veltroniana? La retorica e le tematiche ricordano non poco il predecessore di Franceschini..

- A proposito di Franceschini: durante il suo intervento mangiava. Fame o poca lungimiranza? Dopo quanti caffé ha capito che era il caso di candidarla?

- Punta molto sul Pd-popolo. Le pare possibile? Secondo Di Pietro il Pd è romano, ma il paese conosce ancora dicotomie novecentesche (comunisti e cattolici). Come coniuga le 2 cose? E’ possibile senza i vertici operare quella sintesi alla quale si riferiva?

- Tornando ai giornali esteri: a volte sembrano capire meglio la nostra realtà, dalla terzietà di un più chiaro quadro d’insieme – per la verità disastroso. E proprio dall’estero arrivano lodi nei suoi confronti. Come se (o ce) lo spiega?

- Come la mettiamo con la questione morale? Da questo punto di vista i democratici non sembrano reggere il confronto con Di Pietro.

- A proposito dell’ex magistrato: accusa Italia Dei Valori per l’incipit delle dichiarazioni che sono soliti usare. Lei, come loro, ha usato spesso il noi. Noi chi?

- E’ la sua attività forense a conferirle la mimica corporea che è solita – cosciente o no – adoperare?

- Dove vanno Franceschini e il Pd? Non considera un autogol la sfida-25 aprile? Crede che l’essere alternativa “a vocazione maggioritaria” del Pdl possa bastare a fare da coagulo per indecisi, dipietristi, comunisti e post-comunisti, socialisti e post-socialisti, cattolici e post-cattolici?

- Per chiudere: gli eschimesi hanno più di 100 modi per definire lo scendere dei fiocchi di neve. Cosa è capace, il Pd, di definire con 100 termini diversi?

Invitiamo la dott.ssa Serracchiani, senza alcuna venatura polemica, a rispondere alle domande.

Vorrà mica che le chiami Giuseppe D’Avanzo?


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