David Mills condannato a 4 anni e 6 mesi

par Federico Pignalberi
mercoledì 18 febbraio 2009

David Mills, accusato di aver venduto il suo silezio in due processi del Premier (corruzione della Guardia di Finanza e fondi neri All Iberian) è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari. Berlusconi, suo ex coimputato, è ora fuori dal processo grazie al Lodo Alfano, ma, dice Di Pietro, <<se c’è un corrotto, c’è anche un corruttore>>.

Alle 15.35 di ieri pomeriggio Nicoletta Gandus, presidente della Corte, ha dato lettura del dispositivo della sentenza di primo grado.

<<In nome del popolo italiano
il Tribunale, visti gli articoli 533, 535 c.p.p. dichiara Mills Thomas David colpevole del reato a lui ascritto [corruzione in atti giudiziari, nda] e lo condanna alla pena di anni 4, mesi 6 di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. Visto l’articolo 29 c.p. dichiara Mills Thomas David interdetto dai pubblici uffici per la durata di 5 anni. Visti gli articoli 538 e seguenti del c.p.p. condanna Mills Thomas David al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita [la Presidenza del Consiglio, nda], danno che liquida in successivi euro 250.000.>>
 
A cui vanno aggiunti 25.000 euro per le spese di giudizio.
 
David Mills continua a dirsi innocente: <<Sono molto deluso, sentenza priva di logica>>. Il suo legale, Federico Cecconi, spiega che <<la sentenza è appiattita sulla pubblica accusa, perché non c’è prova dell’accordo corruttivo, del flusso finanziario e del collegamento tra le persone>>, come se la confessione scritta di Mills fosse carta straccia. Intanto il Guardian, che evidentemente non conosce bene l’Italia, parla di verdetto <<potenzialmente di serio imbarazzo>> sia per Berlusconi che per Gordon Brown, nel cui governo è ministro la moglie di Mills, Tessa Jowell.

Antonio Di Pietro, che dal suo blog ha già dato la notizia, con tanto di video dal Tribunale, fa notare che <<se Mills è stato condannato in quanto “corrotto” significa che abbiamo anche un “corruttore”>>, nella fattispecie Berlusconi. Se la Corte Costituzionale non annienterà, come Bruno Tinti ha già previsto che faccia su “La Stampa” di lunedì, il codicillo del DDL Giustizia che abolisce la possibilità di considerare una sentenza definitiva elemento di prova in un altro processo, potrà concretamente sperare nella prescrizione, visto che la sua posizione è stata stralciata dal processo che riprenderà a partire da zero solo per lui quando la Corte Costituzionale molto probabilmente boccerà il Lodo Alfano.
 
Le motivazioni della sentenza arriveranno <<entro 90 giorni. Grazie e buongiorno>>.

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