Dalle alghe il vero biodiesel ecosostenibile

par massimo mazzarini
sabato 4 febbraio 2012

Dal mare arriverà cibo ed energia per il futuro.

Finalmente dopo anni di ricerche nascoste, (non per la valenza militare ma per l'ottusità dei governanti), spunta il biocarburante che salverà il genere dalla fame energetica, e saranno proprio le alghe, proprio quegli organismi che disturbavano l'estetica dei nostri acquari, a fornirci la chiave di volta.

Tutte le personalità politiche, industriali ed universitarie alle quali propongo di inserirsi in questo progetto mi guardano increduli e stupiti, come tra l'altro state facendo voi in questo momento, e chiedendomi se è una recente tecnologia ultra spaziale, rispondo di no, poiché figlia degli anni 70 quando il mondo cadde in una crisi petrolifera, ed all'interno dei campus americani (unico luogo americano dove l'intelletto ha spaziato per ogni dove e di questo va dato atto agli USA) che alcuni ricercatori estraggono olio da alghe unicellulari con rese elevate, dovuta all'elevata concentrazione di tale compost ed alla veloce riproduzione di tali microorganismi.

Un acro di terreno coltivato a colza produce 600 galloni di biodiesel contro i 3000/5000 dgli impianti ad alghe ed oltremodo non entra in competizione con il terreno sul quale potrebbero incidere colture per scopi alimentari. 

Compagnie petrolifere, compagnie aeree, esercito canadese ed americano si sono in silenzio buttate su questo progetto anima e corpo avendo intuito la valenza economica e politica del predominio futuro di questa tecnologia.

I governanti da noi sono lenti a recepire tali progetti, io ed un gruppo di ricercatori abbiamo individuato un sito in Italia vicino la capitale, Civitavecchia che potrebbe fungere da fulcro italiano nella ricerca in tale settore in quanto vi è una centrale elettrica a carbone e olio combustibile che produce tonnellate di CO2, cibo per questi microorganismi che ne sono ghiotti insieme alla luce per crescere.

Un affermato politico locale sta valutando tale progetto, staremo a vedere se anche l'Italia avrà la sua Silicon Valley energetica.

IN Europa attualmente è presente un programma di ricerca denominato BIOFAT, finanziato in maggior parte dalla UE, per il settimo programma quadro, in cui fanno paerte 9 partener sia pubblici che privati, per una durata di quattro anni, che cerca di dimostrare come sia possibile produrre 900 tonnellate l'anno di biocarburante da un impianto di 10 ettari.

il processo di ricerca è indirizzato verso:

1 determinazione del ceppo di alga più idoneo all'allevamento in termini di concentrazione di oli e di velocità e facilità di crescita.

2 Ottimizzazione biologica dei terreni di coltura

3 monitoraggio delle coltivazione delle alghe.

inizialmente il team ha deciso di utilizzare dei prototipi presenti in Portogallo, Israele ed Italia, per procedere con lo sviluppo scalare di un progetto di un impianto che occuperà 10 ettari di terreno per arrivare a produrre 900 tonnellate anno di biodiesel.

il consorzio transnazionale BIOFAT, attrae attori dal mondo accademico,privato rd istituzionale, e comprende per l'Italia l'Università di Firenze, la IN s.r.l. e la Fotosintetica e Microbiologica, per il Portogallo la A4F algafuel, e per Israele la Ben Gurion University. a coordinare il progetto è la Spagnola Abengoa Bioenergy, con sede in Belgio e responsabile della diffusione dei risultati.

speriamo che altre amministrazioni pubbliche nonche privati si buttino a capofitto per non perdere il treno di questa interessante tecnologia che potrebbe essere diffusa anche su microimpianti per sopperire alle richieste energetiche di piccole realtà produttive.


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