Dalla Libia alla Costa d’Avorio: è tornata la Francia ?

par Giacomo Giglio
mercoledì 13 aprile 2011

Uno spettro si aggira per l'Europa: è tornata la grandeur francese? La domanda sorgeva spontanea già dopo l'inedito attivismo transalpino sulla questione libica, visto che i missili francesi sono stati i primi a cadere sul suolo libico. Ma dopo l'intervento francese in Costa d'Avorio, dove i militari agli ordini di Sarkozy hanno appoggiato le milizie di Ouattara per liberare il paese dal dittatore Gbagbo, il sospetto è diventato quasi una certezza.

La Francia sembra volersi proporre agli occhi del cosiddetto "Terzo Mondo", cioè alle masse arabe e africane, come la nuova tutrice della libertà e della democrazia, cioè quei valori "francesi" per eccellenza. Il tutto a scapito degli Stati Uniti, che negli ultimi decenni si erano proposti come faro della democrazia (tanto da volerla esportare armi in pugno), ma anche degli altri paesi europei, visti come riottosi e sostanzialmente inerti di fronte alle richieste di democrazia e partecipazione provenienti dal Sud del mondo.

Che questo anelito di democrazia sia quantomeno opportunistico è opinione comune: molti in Europa sospettano che dietro ci siano motivi geostrategici, in particolare motivi di approvvigionamento energetico. Altri argomentano che questa svolta interventista di Sarkozy sarebbe un diversivo per arginare il crescente consenso di Marine Le Pen e del suo Front National

La domanda che si impone è però un'altra: il risveglio francese darà la "mazzata" definitiva ad un'Unione Europea già in profonda crisi, sgretolando quel poco che rimane di spirito comune? In questo senso, le crescenti tensioni con l'Italia sulla questione spinosa dell'immigrazione clandestina sembrano profetiche.


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