Da Plaza de Mayo a Piazza San Pietro
par Segnali di fumo
venerdì 24 maggio 2013
Da Plaza de Mayo a Piazza San Pietro "la storia non si cancella con un abbraccio o un bacio... ma oggi è Papa e la sua parola è di guida per milioni di persone, può aiutare le Abuelas nel loro cammino per la ricerca dei nipoti" le parole e la speranza di Estela Carlotto, presidente delle Abuelas di Plaza de Mayo.
Quando lo scorso mese di marzo Jorge Bergoglio è uscito dal conclave come Papa Francesco, i mezzi di comunicazione si sono scatenati alla ricerca di dichiarazioni rilasciate da argentini illustri o perlomeno famosi riguardo alla sua nomina. Anche Estela Carlotto, presidente delle Abuelas di Plaza de Mayo, è stata interpellata, e la sua risposta è stata un esempio di cautela e ponderazione.
Estela si è rifatta a quella che era stata la sua esperienza nel rapportarsi con lui e ha affermato che Bergoglio non aveva mai detto una parola sul tema dei desaparecidos nei trent’anni trascorsi dal ritorno della democrazia in Argentina. Aveva però anche aggiunto che, essendo per sua natura portata a dare fiducia, avrebbe accordato fiducia a chi stava iniziando questa nuova missione. Perciò, quando si è saputo che il 24 aprile Estela avrebbe partecipato all’udienza del mercoledì in Piazza San Pietro, in molti ci siamo chiesti cosa l’avesse spinta a cercare questo contatto con Papa Francesco.
Alla conferenza stampa rilasciata subito dopo l’udienza erano presenti anche gli altri componenti della piccola delegazione argentina: un’altra “abuela” e uno dei nipoti ritrovati dall’instancabile ricerca delle nonne. Estela Carlotto ha esordito dichiarandosi soddisfatta ed emozionata dall’incontro con il Papa e ha raccontato come Francesco si sia avvicinato a loro e abbia voluto darle la mano ricordando un loro precedente incontro nella cattedrale di Buenos Aires. Con una vena delicatamente ironica Estela ha notato quanto fosse strano che, in tanti anni in cui erano stati entrambi a Buenos Aires, non avesse mai potuto stringergli la mano, ma ha aggiunto che ora si poteva recuperare il tempo perduto.
Nelle mani di Papa Francesco Estela ha consegnato una lettera che contiene una richiesta di aiuto da parte della sua associazione: le Abuelas sperano di trovare appoggio nella loro ricerca dei nipoti scomparsi. Dei circa 500 bambini nati nelle prigioni segrete e destinati alle adozioni illegali, ne sono stati ritrovati fino ad oggi solo 108 e, secondo Estela, la Chiesa ha molte informazioni che potrebbero aiutare a ritrovarli. Molti di loro infatti sono passati attraverso suore, sacerdoti e un’organizzazione chiamata Movimento Famiglia Cristiana, che si occupava di collocarli presso famiglie considerate degne e meritevoli di crescerli. Di tutto ciò esistono registri e archivi, ed è a questi che le Nonne di Plaza de Mayo chiedono di accedere.
Nel ricevere la lettera Francesco ha detto: “Cuenten conmigo”, ed è stato quel “contate su di me” che ha illuminato il sorriso e gli occhi di Estela, che non hanno smesso di splendere per tutto il tempo dell’incontro con la stampa. Ha definito Francesco “un uomo semplice, con sguardo limpido e i modi di un parroco di quartiere” e ha aggiunto che, mentre stringeva la sua mano ha sentito una trasmissione di grande affetto.
Alla polemica domanda di un giornalista che le ha chiesto se una stretta di mano e la promessa di aiuto avessero cancellato tutte le critiche fatte precedentemente, Estela Carlotto ha replicato che la storia non si cancella con un abbraccio o un bacio, che la sua critica rimane ed è una critica costruttiva perché è la verità, e la verità non offende. Bergoglio non ha mai detto una parola sul tema dei desaparecidos né a sostegno delle Nonne, ma oggi è Papa e la sua parola è di guida per milioni di persone, può aiutare le Abuelas nel loro cammino per la ricerca dei nipoti.
Questo è ciò che loro hanno cominciato a fare sfidando la dittatura, imparando a lottare senza sapere come, a rischio della propria vita, e che continuano a fare senza odio né rancore, apprendendo giorno per giorno con amore. Il loro è un perenne apprendistato e ora hanno imparato qualcosa di nuovo che dà speranza, la speranza che questo Papa posso aprire “el camino de los encuentros”, il cammino che porta a ritrovare i loro nipoti scomparsi.
Patrizia Sacco
Scritto da Patrizia Sacco
Sono in Amnesty da circa trent’anni e da una decina nel Coordinamento America Latina. Mi emoziono ogni volta che leggo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Amo incondizionatamente i miei gatti, i miei viaggi e i miei libri e una persona con la quale condivido viaggi e libri dai tempi del liceo, i gatti sono arrivati un po’ più tardi…