Transessuali e minori: il caso argentino e americano
par UAAR - A ragion veduta
venerdì 11 ottobre 2013
A detta di sua madre Luana, detta Lulù, non è mai stata un maschio, sebbene le sue fattezze alla nascita fossero inequivocabili e abbiano portato a registrarla all’anagrafe come individuo maschio dal nome Manuel. Come riportato dal Telegraph, da quando ha iniziato a parlare si è sempre riferita a se stessa come a una femmina, al punto che la sua stessa madre non ha potuto che prenderne atto: “Accettando che mia figlia non era il figlio a cui avevo dato vita ma una bimba, ho accettato la sua identità e mi sono schierata al suo fianco”. Lulù ha anche un fratello gemello.
Gabriela, la madre di Lulù, ha quindi deciso di scrivere al governatore di Buenos Aires Daniel Scioli e alla presidentessa argentina Cristina Kirchner per spiegare la situazione e chiedere il cambio di genere all’anagrafe. In prima istanza la richiesta era stata rigettata per via dell’età della bimba, ma in seguito il Ministero della Famiglia ha chiarito che i bambini sotto i 14 anni di età sono in grado di esprimere il loro consenso.
Così, all’età di 6 anni, Lulù è diventata la più giovane transgender argentina. In precedenza un caso simile era avvenuto negli Stati Uniti dove i genitori di Coy Mathis, bimba di 6 anni nata maschio, hanno ottenuto dal tribunale del Colorado il diritto per la loro figlia di accedere al bagno delle bambine, perché tale essa stessa si identificava. La scuola aveva opposto rifiuto alla richiesta dei genitori perché preoccupata dell’impatto che avrebbe potuto avere sulle altre bambine l’accesso di un individuo con genitali maschili al bagno femminile, ma la corte ha stabilito che così facendo la scuola ha creato un ambiente pieno di insidie per Coy, dimostrando anche di non comprendere la complessità della questione transgender.
Genitori esemplari. Certamente non è semplice riuscire ad accettare il fatto che il proprio figlio si identifichi in un genere diverso da quello biologico, ma occorre comprendere che non è costringendoli in una identità che non gli appartiene che si fa il loro interesse. Cesar Cigliutti, leader della comunità LGBT argentina, sostiene che vi sono state in passato migliaia di Lulù i cui genitori hanno impedito loro di vivere secondo la loro identità.
La legislazione argentina è diventata più permissiva in tempi recenti rendendo molto semplice il cambio di genere per via amministrativa, senza nemmeno la necessità di una diagnosi psicologica e garantendo accesso gratuito alle terapie ormonali.
In Italia siamo abbastanza lontani anche rispetto a molti altri paesi occidentali. La legge attualmente in vigore è la 164/82, ottenuta grazie alla mobilitazione del Movimento Transessuali Italiani e dei Radicali. Secondo il testo originale della norma occorreva presentare un’istanza al tribunale che poteva autorizzare un intervento chirurgico modificativo dei caratteri sessuali a seguito del quale avrebbe disposto la rettifica anagrafica. Il decreto legislativo 150/11 ha modificato la norma abrogando diversi articoli e dando in sostanza piena discrezionalità al tribunale, ma rimane sempre il fatto che di procedimento giudiziario trattasi e che troppo spesso continuano ad essere richiesti l’intervento chirurgico e/o la terapia ormonale, cose entrambe impensabili quando si parla di minori.