DEF: il governo si prepara a dare ogni colpa alla Commissione Europea

par Emilia Urso Anfuso
domenica 7 ottobre 2018

Il governo giallo-verde ha presentato il DEF a Bruxelles, che – come era prevedibile – lo ha bocciato. Quel2,4% di sforamento nel rapporto deficit-PIL inserito nella nota di aggiornamento della manovra economica per raggranellare i 16 miliardi necessari a confermare all’elettorato che le promesse sulla realizzazione del reddito di cittadinanza, della flax tax e della cancellazione della Riforma Fornero, non può piacere a chi, già da anni, chiude un occhio e spesso tutti e due, sui bilanci in profondo rosso della nazione più in bilico verso il baratro, subito dopo la Grecia.

Peraltro, recentemente la stessa Professoressa Fornero, intervenuta alla trasmissione televisiva Di Martedi, ha spiegato le ragioni per cui la riforma che porta la sua firma non è cancellabile. A questo link il video del suo intervento: La Riforma Fornero non si può cancellare.

Di Maio e Salvini però, continuano il loro braccio di ferro: è troppo rischioso per loro, in questo periodo storico, scontentare quella fetta di popolazione che ha riversato le ultime speranze di salvezza nelle loro decisioni.

Peccato però, che sia Di Maio che Salvini fingano di non sapere alcune cose. Prima di tutto: negli anni precedenti, l’Italia ha potuto contare sul supporto dell'UE anche grazie agli accordi stretti in tema di flussi migratori. I governi precedenti hanno accettato di far confluire il maggior numero di migranti sulle nostre coste, non solo per ottenere i fondi europei dedicati alla migrazione, ma anche per ottenere un prolungamento della messa in equilibrio dei conti pubblici.

Arriva Salvini e che fa? Per accontentare l’elettorato si mette a chiudere i porti, fa la voce grossa, dichiara che “se ne frega” di tutto e tutti. “Prima gli italiani” slogan ormai penosamente ribadito senza però contenuti coerenti, continua ad essere il leitmotiv di un governo che sta già mostrando tutte le sue criticità e debolezze. Lui se ne può anche fregare, ma ciò che accadrà dai suoi "Me ne frego" lo patirà il popolo italiano, non lui.

Così facendo, Salvini si è messo contro chi, fino a oggi, ha sopportato gli sforamenti, i ritardi nei pagamenti degli interessi sul debito pubblico. Ha, di fatto, distrutto un equilibrio già di per se instabile, senza contare il rischio – concreto secondo alcuni esperti islamisti – di ritrovarci bersaglio di attacchi terroristici.

Andiamo avanti. Anche Di Maio, dal canto suo, prosegue come uno schiacciasassi sul percorso del “Governo del cambiamento” e della “Legge di bilancio del popolo”, dimenticando ovviamente il fatto che, in campagna elettorale, dichiarava convinto che le coperture per reddito di cittadinanza, flax tax e cancellazione della riforma Fornero c’erano eccome.

Bastava prendere quel pozzo di soldi già disponibili e realizzare il sogno di quasi tutti gli italiani. Menzogne elettorali, confermati dall’esigenza di aumentare il rapporto deficit-PIL, che detto in maniera meno tecnica significa: ci indebitiamo più di prima nel periodo più critico per l’Italia. Ottima trovata, non c’è che dire.

Ecco come il vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, e il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, hanno commentato la nota di aggiornamento al DEF presentata dal governo: “i nuovi obiettivi di bilancio fissati dalla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) costituiscono a prima vista una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato all'Italia” In pratica "è una fonte di grave preoccupazione".

Viene quindi chiesto al governo Conte di “assicurare che il progetto di legge di bilancio sia in conformità con le regole fiscali comuni". Cosa non è chiaro a Di Maio e a Salvini e a tutto il corollario di ministri dell’attuale governo?

Viviamo in una nazione fatta a pezzi dalla mala gestione della cosa pubblica. Si, certo, quelli del M5S c’entrano poco con tutto questo, ma in un periodo storico come questo, coi conti in rosso perenne, con la crisi economica che pesa, alla fine, solo sulla popolazione di classe media e quella povera, abbiamo per caso necessità di sforare il rapporto deficit-PIL e di metterci contro l’Europa intera che, diciamolo chiaramente, fin qui ha sopportato di mantenere all’interno della UE una nazione anarchica alle regole comunitarie?

Siamo a rischio default da anni. Non ci siamo ancora caduti solo perché ci hanno tenuti per mano per non farci precipitare. Tutto serve all’Italia e agli italiani, tranne che misure scellerate, insensate e antieconomiche, portate avanti a ogni costo solo a scopo dimostrativo nei confronti degli elettori.

Avevamo necessità di altro, e di altri, in Italia. Magari di esperti da importare da nazioni con un sistema politico ed economico migliore del nostro. Magari per inoculare un diverso modo di far politica, e di farla per il bene della comunità, anziché per l’arrembaggio ormai consueto ai posti di comando, da cui nessuno poi vuol più staccare le terga. Lo stesso Salvini, d’altronde, a pochi giorni dall’esser entrato trionfante a capo del Ministero dell’interno, ci tenne a dichiarare che questo governo durerà per i prossimi 10 anni. Dio non voglia…

Ora, statene certi, se questa manovra economica – come è auspicabile che accada – non troverà la fiducia della UE, dello stesso Presidente Mattarella, che ha già avuto modo di dissentire sulle misure inserite nel DEF, statene certi: il M5S urlerà al complotto contro il popolo italiano. Darà la colpa alla Commissione Europea, a Mattarella, agli onnipresenti “Poteri forti” e non certo a se stessi, incapaci di mostrare un volto diverso da quelli che conosciamo da troppi anni: i cantastorie in politica. Che vi piaccia o meno, la realtà è questa. Se continuerete a non volerla guardare, le prime vittime sarete proprio voi.

In tutto ciò, ricordate bene – al momento opportuno – queste dichiarazioni recenti di Di Maio: "Le previsioni non si fanno sui se, siamo convinti che quello sarà il tasso di crescita e con quella crescita noi riusciremo a ripagare il debito e ad abbassare il deficit".

Anche i deficit e le Leggi di Bilancio non si fanno sui se e sulle mere speranze di crescita economica, non suffragati, peraltro, da un piano, da un progetto chiaro e definito di come questa crescita sarà concretizzata. Ribadire che “siamo convinti che quello sarà il tassi di crescita” e che “con quella crescita riusciremo a pagare il debito e ad abbassare il deficit” non significa assolutamente nulla, caro Di Maio.

E lo sappiamo sia noi che mastichiamo di queste tematiche, sia – ancor più – chi di economia, finanza e politica, ne capisce molto più di un neo ministro insediatosi solo a causa di una fetta di popolazione rabbiosa contro un sistema andato a male da anni. Il peso di una responsabilità simile, governare un paese alla canna del gas come l’Italia non è un gioco. A meno che, questo governo abbia un incarico ben preciso, che non viene certo dichiarato: distruggere quell’ultimo francobollo di diritti civili, e di capacità economica, di una classe media ormai pressata da anni di vessazioni di ogni sorta.

Oltre ciò, non è possibile non ricordare che, dal 2019 perderemo la rete di sicurezza finora ottenuta grazie al Quantitative Easing, che già nel 2019 ci priverà di 15 miliardi di euro, quasi la stessa cifra che entrerà nelle casse dello Stato aumentando del 2,4% il deficit. In questo mio recente approfondimento ho spiegato cos'è il Quantitative Esing e cosa sta per accadere: Addio al Quantitative Easing: scenari economici futuri senza la garanzia della BCE.

Ne riparleremo a tempo debito, ma sarà troppo tardi.

Scarica la nota di aggiornamento al DEF in formato PDF


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