Cure termali, una pacchia per i militari?

par roccob
mercoledì 24 giugno 2009

Ormai da lunga pezza, solo solito sottopormi annualmente ad un ciclo di cure termali (fango-massoterapia), con soggiorno di tredici giorni in un hotel, appositamente attrezzato, di una località dei Colli Euganei. Acquistando il pacchetto promozionale della seconda metà di novembre, vengo a spendere circa 900 euro, oltre al biglietto del viaggio.
 
Ogni volta che mi trovo nello Stabilimento, noto che un’apprezzabile parte degli ospiti “curandi” è costituita da militari in servizio, anche di giovane età, e ciò, a quanto sembra, grazie ad apposite convenzioni vigenti, per consolidata tradizione, fra gli alberghi termali della zona e il Ministero della Difesa.
 
Ma il particolare, anzi il problema, è che, per detta categoria d’ospiti, fare le cure non costa nulla (salvo i massaggi, se richiesti), dal momento che i fanghi, e soprattutto il corrispettivo del soggiorno in pensione completa, restano interamente a carico del Ministero. Quindi, una vera e propria vacanza gratis per migliaia e migliaia di ospiti delle terme.
 
Chiaramente, una simile realtà suona anacronistica e amara, specie nell’attuale fase di crisi e di ristrettezza nelle finanze statali.
 
Senza, è ovvio, il minimo intento penalizzante nei confronti degli operatori dell’area euganea, sarebbe interessante :
- ricevere conferma dal Ministero della Difesa in merito all’esistenza di questa realtà;
- conoscere la cifra stanziata annualmente per il relativo capitolo di spesa;
- avere un’idea dell’esborso complessivo sostenuto nell’ultimo decennio.
Ancor più, ove le cose stessero nei termini di cui sopra, apparirebbe opportuno e urgente eliminare totalmente lo sperpero, possibilmente già attraverso la prossima Finanziaria.


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