Cuffaro contro la rete: denuncia tutti quelli che hanno commentato il video su YouTube

par Fabio Barbera
lunedì 26 ottobre 2009

La notizia era sul Fatto Quotidiano di qualche giorno fa: Salvatore “Totò” Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia (poi dimesso per la condanna per favoreggiamento ad alcuni mafiosi che gli è costata anche l’interdizione dai pubblici uffici) ha denunciato tutti coloro che avevano commentato un video su YouTube. Il video, che ad oggi è uno dei più visti in lingua italiana con i suoi 1.000.346 contatti, sempre in costante crescita, è intitolato “Totò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone” e mostra l’allora democristiano Cuffaro replicare polemicamente e violentemente contro gli ospiti presenti sul palco della staffetta televisiva dedicata alla mafia tra Maurizio Costanzo e Michele Santoro. In studio era presente anche Giovanni Falcone - mentre sembra che l’attacco di Cuffaro fosse rivolto al Giudice Taurisano -.

Ora Cuffaro dice che in quella puntata rivolse solo una critica verso l’operato di un singolo magistrato che non era però Falcone. Di tutt’altro avviso è il milione di cittadini che ha visto il video su You Tube e il popolo del web che ha lasciato più di quattromila commenti e ancora ne continua a lasciare nonostate l’azione legale da parte dell’ex presidente della regione Sicilia. Al fianco del popolo del web c’è però il gruppo di Antonio Di Pietro che dal suo blog (www.antoniodipietro.it) mette a disposizione dei commentatori denunciati da Cuffaro un team di avvocati: “sarà una class action” dichiara il leader dell’Italia dei Valori.
 
Il periodo sembra davvero pesante per la rete: proprio pochi giorni fa – si legge nella rubrica di Federico Mello sul Fatto - Gabriella Carlucci, già autrice di una legge che intende vietare contenuti e commenti anonimi sul web, è tornata a farsi sentire richiedendo nuovamente e a gran voce una legge per mettere sotto controllo Internet. Non solo, dall’UDC è intervenuto anche D’Alia che ieri ha rilanciato la sua proposta di equiparare le pubblicazioni su Internet a delle testate giornaliastiche. Sfoderano le armi a destra e a sinistra per mettere un bavaglio al web. Così mentre tutti fanno cerchio attorno al premier per il gruppo su facebook intitolato “Uccidiamo Berlusconi”, Marco Travaglio (che è protagonista di tre gruppi intitolati “a morte Travaglio”) fa sentire finalmente una voce fuori dal mucchio e dichiara: “Mi appello alla magistratura romana e al Ministro della Giustizia affinché non facciano assolutamente nulla contro il gruppo ‘A morte Travaglio’. Il diritto all’idiozia è sacro e va garantito a tutti!”, difatti in queste ore si ha notizia di gruppi che vogliono uccidere tutto e tutti: Bassolino, Capezzone, Gelmini, Moccia, Mughini, il Papa, Arisa, la Tatangelo, Bretney Spears, gli emo, topo gigio e molti, moltissimi altri. Chi potrebbe considerare, quindi, seriamente pericolose le minacce su facebook? Forse la risposta è: “chi vuole alimentare il clima di diffidenza e finalmente riuscire a mettere le mani sulla rete che non vuole star zitta!”.

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