Crocifisso, un tema che spaventa i valdesi

par Andrea C.
venerdì 10 settembre 2010

Dal sinodo dei Valdesi, un responso sull’unico simbolo di unione fraterna.

Se vi ricordate, già un anno fa, più o meno in questo periodo, una signora svedese, con il figlio in Italia a studiare, fece ricorso ai tribunali affinché si rimuovesse il crocifisso dalle aule dove il proprio pargolo seguiva la lezione. Non voglio ritornare sulle cose già dette e ridette, (per carità!), ma il tema ritorna presente oggi, a distanza di una anno: nel sinodo Valdese, in corso attualmente nelle valli Pinerolesi (provincia di Torino, ndr), se n’è discusso un’ennesima volta con un esito molto simile a quello già emanato dalla Corte Europea un anno fa.
 
Ora, il crocefisso, o più comunemente crocifisso, è veramente un oggetto che si può considerare di validità culturale nazionale, se non europeo? Vediamo come la Chiesa Valdese si è espressa sul tema: "L’uso strumentale" si dice, "che del crocifisso è stato fatto, e continua ad essere fatto: il crocifisso non può essere usato come simbolo della civiltà e della cultura italiana". Detto da un valdese o un protestante non stupisce nessuno (non hanno il culto delle immagini, ndr). Allora non esiste una civiltà, una cultura valdese? No, eccome: nel momento in cui loro stessi dicono che non esiste "cultura con il crocifisso" loro stessi sono morti come pure noi laici.
 
La nostra vita, il nostro stesso stile di essere è fortemente influenzato dal modo di essere stati cattolici o comunque credenti: non penso che il crocifisso possa essere non considerato quando si parla di cultura italiana. Sarebbe molto bello chiedere ad uno straniero cosa unisce alla parola "cultura" italiana: risponderanno chi più chi meno alle nostre bellezze di Firenze, Pisa, Roma Venezia e tutte le altre città. Ma accomunate tutte da una cultura unica: la religiosità che è intrinseca nella nostra terra. Quindi parlare di assenza culturale del Crocifisso, non è segno di visione a trecentosessanta dell’Italia di oggi. Se da un lato è vero che c’è una spinta a uscire dalla religiosità, dall’altro non si può non notare che in alcuni settori della nostra vita, c’è un ritorno a questo specchio di realtà. I Valdesi hanno ragione su una cosa, su cui tutti converremo: il crocifisso non può essere usato come simbolo di una campagna politica e quindi ridurlo solo a bandiera. Esso è un simbolo religioso, al di là della simbologia culturale, e come tale va trattato.

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