Crisi: un italiano su quattro a rischio povertà
par Paolo Borrello
venerdì 30 dicembre 2011
Contemporaneamente alla conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Monti, l’Istat ha pubblicato un comunicato sulla diffusione della povertà in Italia. Forse “SuperMario”, quantomeno nel suo intervento introduttivo, avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione ai dati forniti dall’Istat, che dovrebbero imporre l’adozione da parte del Governo di provvedimenti specifici, adeguati però alle necessità.
Che cosa sostiene l’Istat? Un italiano su quattro è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Nel 2010, infatti, il 18,2% delle persone residenti in Italia è, secondo la definizione Eurostat, a “rischio di povertà”, il 6,9% si trova in condizioni di “grave deprivazione materiale”, il 10,2% vive in famiglie caratterizzate da una bassa intensità di lavoro.
Lo ha reso noto appunto l'Istat, evidenziando come l'indicatore sintetico del rischio di povertà e di esclusione sociale è pari al 24,5%, un livello analogo a quello del 2009 ma superiore a quello della Germania (19,7%) e della Francia (19,3%). Nel biennio 2009-2010 risultano sostanzialmente stabili in Italia sia il “rischio di poverta” (dal 18,4% al 18,2 %), sia quello di “grave deprivazione materiale” (dal 7% al 6,9 %), mentre è aumentata dall'8,8% al 10,2 % la quota di persone che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, dove cioè le persone di 18-59 anni di età lavorano meno di un quinto del tempo.
Germania e Francia mostrano valori inferiori a quello italiano sia del “rischio di povertà”, sia dell'indicatore di “grave deprivazione materiale”. In Italia e in Francia è più marcato il rischio di povertà per i giovani fra i 18 e i 24 anni, rispetto alle generazioni più anziane. In Italia, inoltre, è più alto il rischio di povertà per i minori di 18 anni.
Nel 2010, il 16% delle famiglie residenti in Italia ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. L'8,9% si è trovato in arretrato con il pagamento delle bollette; l'11,2% con l'affitto o il mutuo; l'11,5% non ha potuto riscaldare adeguatamente l'abitazione. Il 12,9% delle famiglie abitanti nel Mezzogiorno è gravemente deprivato, valore più che doppio rispetto al Centro (5,6%) e più che triplo rispetto al Nord (3,7%).
Le tipologie familiari più esposte al rischio di deprivazione materiale, rileva l'Istat, sono quelle con un alto numero di componenti e/o con un basso numero di percettori di reddito. Si trovano più frequentemente in condizioni di disagio le famiglie monoreddito, come gli anziani soli e i monogenitori, e quelle con tre o più figli minori. La presenza di familiari a carico, in particolare di minori, è generalmente associata ad una maggiore frequenza di problemi economici.
La tipologia familiare meno esposta a disagi è quella delle coppie senza figli: tra queste, soltanto l'11,7% ha dichiarato nel 2010 di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese, contro il 15,9% di quelle con figli. Queste ultime risultano, in effetti, relativamente più vulnerabili: ad esempio, l'11,8% delle coppie con figli si è trovata nel 2010 in arretrato con il pagamento delle bollette (contro il 5,3% di quelle senza figli).
La situazione di maggiore vulnerabilità è quella delle coppie con almeno tre figli: il 19,5% è stata in arretrato con le bollette, il 22,3% con l'affitto o il mutuo ed il 18,6% con le rate per altri prestiti. Insieme alle coppie con tre o più figli, si trovano più frequentemente in difficoltà economica anche le famiglie con figli dove è presente un solo genitore e gli anziani soli.
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