Crisi: i responsabili del rischio default

par Fabio Della Pergola
giovedì 29 settembre 2011

Loretta Napoleoni è una gentile signora dall'aspetto gradevole e dalla voce armoniosa che di mestiere fa l’economista. E che pubblica libri sull’argomento. L’ultima sua fatica si intitola Il contagio e fa venire la pelle d’oca.

Intervistata martedì 27 settembre su Radio Due da Barbara Palombelli (ma non è da perdere anche la sua intervista pubblicata su Left di questa settimana) ha agghiacciato gli ascoltatori parlando della crisi e dei rischi di default della Grecia (ma non solo), con toni estremamente preoccupati, per non dire catastrofisti, sulle possibilità che l’Euro regga all’urto della crisi greca e al possibile contagio verso le economie più grandi che potrebbe essere impossibile salvare.

L’intervistatrice l’ha pressata a lungo cercando di individuare le responsabilità di una situazione così grave e, alla fine, l’abbiamo capito; abbiamo i colpevoli. Come se non lo sapessimo già, ci viene svelato che in tutti questi anni abbiamo avuto un’Europa (Commissione Europea? Banca Centrale? Parlamento? Non so, comunque “un’Europa” va bene lo stesso) incapace nel modo più assoluto di valutare in maniera approfondita quei complicatissimi, articolati, misteriosi prodotti che le grandi banche d’affari proponevano e che, guarda un po’, hanno intossicato tutta l’economia mondiale con particolare dedizione verso quella americana e quella europea.

 L'economista Loretta Napoleoni

Cioè il mondo occidentale. Quel “primo” mondo, avanzato e saccente che, forte di un passato glorioso che ha strappato dalla fame milioni e milioni di persone (sarebbe ingeneroso negarlo) è lentamente ma inesorabilmente scivolato verso un totale delirio di onnipotenza in virtù del quale andava in giro a dare lezioni di vita e di etica a chiunque.

Nel frattempo, mestatori arruffoni hanno venduto come buoni degli specchietti per le allodole e chi doveva verificare la qualità dell’oggetto messo in vendita non era nemmeno in grado di capire se erano di vetro o di diamante. In altri termini quel mondo di altezzosi (e ben stipendiati) funzionari in grisaglia e occhialini (sono più o meno le parole con cui li ha definiti la Palombelli) che doveva analizzare, studiare, approfondire, capire, approvare o correggere la vita economica del mondo, in estrema sintesi non era in grado di capire né di correggere proprio niente. In che mani siamo!

L’aspetto più sorprendente che la Napoleoni ha comunicato agli ascoltatori di Radio Due è che i bilanci degli stati, a differenza di quelli delle aziende private, non sono minimamente comparabili: quindi nessuno ha mai avuto gli strumenti per capire se il bilancio greco era veritiero o no (non lo era), ma un verificatore europeo non sarebbe in grado di farsi un’idea reale nemmeno di quello italiano (i conti saranno in ordine? Il governo ha detto di sì per mesi, sarà vero?).

Non tutto è perduto - ci viene detto - la Grecia sarà forse abbandonata al suo destino, ma noi ce la possiamo fare; questo - tradotto - vuol dire che gli investitori internazionali si fideranno ancora di comprare i nostri BOT (se smettono di farlo lo Stato va in bancarotta e smette di pagare nel giro di un niente) a patto che un governo affidabile (non questo) vari misure rapide, rigorose, credibili e, probabilmente, dure.

Suggerirei una bella patrimoniale sulle grandi ricchezze, tanto per cambiare, ma probabilmente passerà un’altra bella sforbiciata alle pensioni.

Quindi ci vuole un altro governo, visto che perfino la Chiesa (buongiorno! Dormito bene?) ha deciso di scaricare questo.

Insomma, speriamo bene.


Resta una domanda angosciosa su come sia stato possibile che, in meno di un secolo, gli italiani si siano affidati per ben due volte (e così allegramente) a personaggi totalmente inaffidabili, capaci di fare smorfie e occhiacci, di gonfiare il petto o di fare le corna al vicino di banco, ma capaci anche di portare il Paese alla rovina senza battere ciglio.

Che abbiano bisogno di un (bravo) psicoterapeuta?


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