Crisi, emorragia di posti di lavoro nell’edilizia
par Paolo Borrello
venerdì 16 dicembre 2011
Continua l'emorragia dei posti di lavoro nel comparto delle costruzioni: “Dall'inizio della crisi si stima che la perdita occupazionale sia di 380.000 unità considerando anche i settori collegati”.
È quanto ha rilevato l'osservatorio congiunturale (dicembre 2011) dell'Ance, l'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, che ha sottolineato come “il numero delle imprese iscritte alle Casse edili si è ridotto dal 2009 fino ad oggi di circa il 19%. Stessa sorte anche per gli operai iscritti”, in calo del 23%.
Anche le prospettive per il 2012 sono fosche:
Per il 2012, il quadro del settore edilizio resta estremamente grave. Le chiusure saranno moltissime. Sì, possiamo parlare di deindustrializzazione.
Lo ha dichiarato Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance. Nelle parole del presidente, le condizioni del credito e il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione sono due degli indicatori più funesti dello stato del settore.
Nel settembre del 2011, gli imprenditori che hanno dichiarato di avere difficoltà nei rapporti con le banche sono oltre il 60%, vale a dire, e il confronto è significativo, il doppio rispetto a quanto l'Ance aveva registrato nello stesso periodo del 2008, all'indomani del fallimento Lehman Brothers.
L'altro macigno sono i tempi di pagamento dei lavori pubblici, in costante aumento negli ultimi anni e che hanno raggiunto gli 8 mesi nel secondo semestre 2011 (con un incremento del ritardo medio del 40% tra maggio e settembre).
“Se le cose non cambiano, nel 2012 le chiusure saranno moltissime”, avverte Buzzetti. “L'idea del ministro Passera che lo stato saldi i conti sotto forma di bond andrebbe bene se in titoli di stato potessimo pagare anche le tasse”.