Credito al consumo: tassi d’usura, poca trasparenza e nessuna tutela per il consumatore

par Francesco Rossolini
mercoledì 24 febbraio 2010

Il Parlamento dopo un doveroso monitoraggio dell’attività svolta dalla selva d’intermediari, che offrono prestiti personali e carte revolving, ha finalmente preso coscienza della gravissima anomalia Italiana. Verranno effettuati più controlli in particolar modo dalla Banca d’Italia, aumentate le sanzioni in maniera significativa per gli intermediari scorretti e ci saranno norme molto più stringenti che regolamenteranno questo delicato settore.

Ora, fermo restando che il credito è uno strumento necessario per il corretto funzionamento di un qualsiasi Stato è altrettanto vero che le società finanziarie, spesso emanazione di gruppi bancari istituite per svolgere il lavoro “sporco”, operano senza nessuna etica ed a volte addirittura applicando tassi d’usura.

Al primo posto nella scala della vergogna ci sono le cosiddette carte revolving, a tal proposito più volte ho avuto modo di scrivere sull’assoluta pericolosità e follia di tale strumento. Le carte revolving costringono i malcapitati e sprovveduti utilizzatori a pagare tassi medi superiori al 25% con punte che superano addirittura il 50%. Tutto ciò è stato appurato dal Parlamento che provvederà a regolamentare in maniera ferrea tale strumento. Mi auguro però che il Parlamento provveda a vietare categoricamente l’impiego delle carte revolving in Italia, considerato quante persone sono finite sul lastrico in USA proprio per un uso disinvolto di questo sistema di credito.

Anche il credito al consumo tradizionale si è dimostrato però più costoso che nel resto della UE; soprattutto i contratti che, quasi sempre, contengono clausole palesemente vessatorie e spese accessorie non giustificate. Anche in questo caso una precisa regolamentazione del mercato e maggiori poteri sanzionatori saranno di assoluto beneficio per tutti i cittadini.

È il momento di moralizzare gli operatori del ricchissimo mercato del credito al consumo, solo operando con etica professionale e rispettando i clienti si può coniugare il giusto profitto, che chiaramente una qualsiasi azienda deve ottenere, con una piena e trasparente correttezza nei confronti dei cittadini. Non manca però una certa nota di biasimo nei confronti di tutti quegli Italiani sprovveduti, che in mancanza di denaro ricorrono al credito al consumo in modo eccessivamente disinvolto ed improprio per poi ritrovarsi in stato di grave sofferenza. Ciò non aiuta l’economia, al contrario la rende sempre più debole.


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