Crediti delle imprese verso le PA? Ancora soldi alle banche!

par Carlo Santi
sabato 30 marzo 2013

Quale credibilità può avere un debitore se non paga quello che deve ai suoi creditori?

In merito ai debiti commerciali della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese, non solo lo Stato italiano è il peggior pagatore d’Europa, ma, addirittura, non è in grado di quantificare ufficialmente lo stock dei pagamenti non ancora onorati. Da un’indagine a campione, realizzata qualche anno fa dalla Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti, in capo alla nostra Pubblica amministrazione e alle sue articolazioni territoriali (Regioni, Province e Comuni), sarebbe di 71 miliardi di euro.
 
Secondo altre autorevoli fonti economiche, invece, l’importo oscillerebbe ormai tra 80 e 100 miliardi di euro. Infine, come sostiene il prof. Emanuele Padovani dell’Università di Bologna, se si tiene conto anche della quota di debito in capo alle aziende partecipate dagli Enti locali, lo stock complessivo dei debiti, aggiornato al 2012, si avvicinerebbe ai 170 miliardi di euro.

Come ultimo atto del Governo Monti, sta per essere varato un decreto legge che permetta di stanziare soldi, creati con nuovo debito pubblico, per i pagamenti dei crediti delle imprese verso la PA. Si tratterebbe di 40 miliardi di euro: 20 per il 2013 e 20 per il 2014. Fatto salvo il principio che anche il più piccolo dei pagamenti è sempre bene accolto, se il credito delle imprese corrisponde alle cifre individuate dal prof. Padovani, o fossero anche quelle indicate dalla Banca d’Italia, allora siamo in presenza di “una goccia nell’oceano“.

E se pensiamo che, magari solo per “tentare” di sopravvivere (sempre che non siano già fallite), quelle aziende che hanno lavorato con la PA, da cui deriva il credito, hanno dovuto cederlo pro soluto o pro solvendo agli istituti bancari, è facile intuire che questa operazione è l’ennesimo aiuto di Stato alle banche, l’ennesima truffa ai danni del nostro paese da parte di tecnocrati che affosseranno, così, definitivamente l’Italia e le imprese.

Roberta Lombardi, capogruppo portavoce del M5S alla Camera, sembra essere l'unica che si sia accorta della truffa quando dichiara: "... si prende un impegno per 40 miliardi di debito pubblico, di cui una parte (nessuno sa quanta) andrà direttamente alle banche e da questa generosa, ennesima, regalìa ci si aspetta che subito erogheranno prestiti e finanziamenti alle PMI italiane. L'esperienza di questi anni ci ha reso cauti sugli effetti nell'economia reale dei finanziamenti alle banche." 

La Lombardi precisa ulteriormente che: "...con questo decreto legge, che sarà presentato dal Consiglio dei Ministri per poi essere approvato in una Commissione speciale che avrà 3 - 4 giorni per curarne la fase istruttoria, presentarlo in aula e votarlo velocemente, ci stiamo giocando tutto l'indebitamento che possiamo stanziare per la crescita per il 2013. Un decreto fatto in fretta e furia nelle segrete stanze come è solita fare la politica per una porcata di fine legislatura."

In effetti, se così fosse, alle aziende non arriverebbe nulla ma, di contro, le banche stringerebbero ancor di più i cordoni della borsa rifiutando ulteriore credito alle imprese. Visto che sono stati graziati dallo Stato, non vorranno più rischiare ulteriormente.

Un'ulteriore prova sono le famose donazioni dei cittadini, tramite versamenti di 1 euro via SMS, a favore delle popolazioni colpite dagli allagamenti in Liguria e per i terremotati. I fondi così raccolti, lo Stato li ha messi a disposizione delle banche affinché eroghino credito alle imprese che siano impegnate nella ricostruzione. Ma nessuno ha ancora visto nulla e le banche, dati alla mano, non erogano alcunché, men che meno alle imprese.

 


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