Costa Concordia: un colpevole e qualche dubbio

par Voltaire
martedì 17 gennaio 2012

La tragedia della Costa Concordia che, probabilmente, per una leggerezza del comandante si è schiantata sugli scogli antistanti l’isola del Giglio ha scosso ed interessato un po’ tutti in italia e fuori dal nostro paese. La fragilità di un mostro di lusso e acciaio che nell’immaginario collettivo appariva inaffondabile incuriosisce ed impensierisce in egual misura.

Poiché siamo tutti consapevoli che l’ammiraglia della Costa ha concluso miseramente il suo ultimo viaggio non tanto per l’impatto con uno scoglio “che stava li dove non doveva stare” ma per il gravissimo errore di valutazione della persona a cui erano affidate le esitenze di migliaia di passeggeri, dovremmo chiederci come è potuto succedere? Siamo sicuri che una tragedia di tale dimensioni sia ascrivibile al comportamento scorretto di una sola persona?

Le colpe del comandante sembrano inequivocabili, e la magistratura ne sta già ricostruendo l’entità, ma è tutto qui?

La domanda centrale della questione è: se il comandante Schettino dopo la sua deviazione “con inchino” davanti al porto del Giglio avesse proseguito con successo la navigazione verso Savona, schivando di pochi metri gli scogli delle Scole e concludendo con successo la crociera “degli agrumi”, sarebbe rimasto al suo posto?

Quali sarebbero state le reazioni ed i provvedimenti disciplinari della compagnia armatrice? Si sarebbe stigmatizzato l’accaduto? Si sarebbe rimosso il capitano dalla sua funzione in quanto con quel comportamento avrebbe esposto ad un rischio ingiustificato i passeggeri?

Oppure non sarebbe successo niente in quanto la crociera del 13 gennaio era una delle tante che solcano il Tirreno, con una grande dose di normalità ed un enorme rischio sconosciuto ai più?

Queste considerazioni avvengono dopo la conferenza stampa dell’AD di Costa Pierluigi Foschi, un uomo sinceramente sconvolto e provato dalla tragedia che ha rilevato come la rotta di ogni nave da crociera (seguita e registrata da strumentazioni GPS) sia prestabilita, mentre ogni deviazione al percorso concordato (adeguatamento segnalata) debba essere preliminarmente approvata dalla Capitaneria di Porto e congiuntamente dall’armatore.

Se come ha riportato il quotidiano la Repubblica “la passerella” della Concordia dinanzi l’Isola del Giglio era già avvenuta il 14 agosto (mentre l’AD parla di una sola autorizzazione data la notte di San Lorenzo) e dalle gallerie in rete si evince che gli avvicinamenti sotto costa fossero più di uno strappo alla regola per quale motivo non si era corso a delle contromisure? Limitando al massimo e prescrivendo precise distanze di sicurezza dalla costa, la cui trasgressione a carico dei comandati sarebbe stata di volta in volta facilmente registrabile dalla strumentazione GPS e sanzionabile dall'armatore, oppure vietando quello che appare una sorta di consuetudine che impreziosiva di una esperienza "nuova" il viaggio dei crocieristi?

Forse non è tutta colpa di un solo uomo, forse lo spettro delle responsabilità è più ampio. Una volta fatto tutto il possibile per ricercare i dispersi e scongiurare il disastro ecologico bisognera’ allargare la platea a cui chiedere delle risposte.

Per quanto riguarda il relitto in futuro andrà rimosso. Se ciò non dovesse essere possibile perché finito troppo dentro mare, una volta messo in sicurezza e bonificato diventerà parte del paeseggio dell’isola del Giglio, ed un’attrazione turistica dell’arcipelago Toscano. Come la Torre Eiffel costruita per l’esposizione universale del 1889, non venne smantelata in quanto in pochi anni divenne non solo parte dello skyline di Parigi ma anche icona della Francia, la Costa Concordia potrebbe presto diventare un monumento alla grandezza e alla fallibilità delle capacità umane. In questo caso italiane. 


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