Cosa succede in Libia?

par Angelo Antonio Messina
giovedì 3 marzo 2011

Non possiamo non pensare ai paesi del mondo arabo. Uno spettacolo che atterrisce. Noi ci accingiamo a festeggiare centocinquant’anni dell’unificazione dell’Italia mentre altri popoli combattono per la libertà. Contro chi non riesce e non vuole sviluppare un paese, contro le grandi ricchezze e le grandissime povertà, lotta per la dignità al motto di cambiare per la libertà, diventando anche scudi umani. Ondata che sta cambiando la condizione del mondo arabo. I paesi dalle società spaccate. L’ Intelligence che dice? Non si pronuncia, non ci sono informazioni reali, comunque da verificare. Povertà delle immagini, totale devastazione del paese. La Diplomazia internazionale potrebbe, vorrebbe, chi lo sa, fare cosa?  Possibile intervento umanitario, assistenza umanitaria o opzione militare, ma, non si pronuncia. Sopraffatta dagli ideologismi.

L'assenza di una reale percezione fa si che ancora non si riesca a capire come i governi cerchino di intervenire. Intanto, come gli altri stati, il governo italiano non ha ancora preso una posizione e a tutt’oggi non ha ancora fatto qualcosa, a differenza di Francia e Gran Bretagna che stanno organizzando il dopo Gheddafi ed inoltre hanno sollecitato Obama per capire quali misure intende adottare. Per gli interventi umanitari, non sappiamo quali forze siano in campo; non c’è richiesta da parte organizzativa e logistica di aiuto o di interventi. Auspicio è avere un nord’ Africa più stabile possibile.

Sono molti i dubbi e le domande: quali sono i nuovi alleati in Libia? Chi sta guidando la rivolta? Una cosa è certa, non conosciamo gli attori di questi eventi. Nessuno è in grado di capire chi sono gli interlocutori di fronte? Mah! Bisogna mettere insieme un’azione di supporto a vasta scala per i profughi e, sul posto, al popolo in lotta. L’Europa deve farsi carico delle proprie responsabilità.

Scenari aperti in tutto il mediterraneo. Nulla di certo, non si ha un quadro chiaro della gravità e della reale situazione nei campi di battaglia, se non fosse per frammentarie immagini. Cadono le dittature, e avanza la conferma: aspetti che vanno gestiti, guerra civile da scongiurare se l’Europa avanza un piano di sviluppo su quello o quanto ancora non si è fatto e quanto si dovrà fare. Opzione militare ma, anche nessun sostegno a Gheddafi, per scongiurare quello che successe “allora”.

Sembra un ritorno ai vecchi ricordi, che si raccontano tra amici per far rivivere immagini, ognuno come crede, le proprie esperienze passate da militare In tempi recenti: Tobruk…, El Alamein Bengasi, Bir Hacheim, Bir El Gobi,  Marsa Matrun, Sidi El Barrani… Sono nomi incisi su una enorme lastra di marmo, un monumento che sovrasta la parete dell’androne della caserma di Fanteria Bochard di San Vitale a Pinerolo. Soldati carristi e controcarri, proprio i fanti che in quelle zone hanno combattuto e che in  tanti sono purtroppo “rimasti” tra  le dune. E che, sostenere che non c’è guerra senza fanti, ecco affiorare i ricordi… dei nonni stavolta!

Prudenza tra quelle terre in cui oggi si è rovesciato tutto: teatro di battaglie con bagno di sangue dei rivoltosi, contro il regime. Scudi umani ed in particolare per ragioni antiche potrebbe essere deleterio arrivare con i fanti anche se sul principio della libertà del popolo, oppresso, i “Rivoltosi” .          

Tensione altissima in Libia e nessuno si fa carico dell’emergenza. Rischio di essere clamorosa. Da scongiurare altri massacri. L’Europa deve farsi carico delle proprie responsabilità. Scenari aperti in tutto il mediterraneo. Nulla di certo, non si ha un quadro chiaro della situazione nei campi di battaglia, se non fosse per frammentarie immagini. Cadono le dittature, trionfano i fondamentalismi avanza la conferma: Guerra civile da scongiurare.

Sono molti aspetti che vanno gestiti se l’Europa avanza un piano di sviluppo: Opzione militare ma anche nessun sostegno a Gheddafi per scongiurare quello che successe allora; quello o quanto ancora non si è fatto e quanto si dovrà fare. Basta sottrarsi alle responsabilità. Creare ruoli chiari fissati rigidamente, chiarezza decisiva non solo delle idee,  bensì quella delle relazioni e delle operazioni concrete anche a costo di qualche “ sacrificio”.


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