Cosa da non fare su Internet

par Salvatore Leo
mercoledì 27 luglio 2011

Aumenta la cultura informatica degli utenti digitali, aumenta l'esigenza di consigli per l'uso di livello più elevato.

Da qualche tempo si può certamente affermare che le conoscenze medie informatiche dell'utente di Internet si sia alzato considerevolmente. Ciò significa che è possibile dare alcuni consigli di livello un po' più elevato di quelli normalmente pubblicati.

1) Creare una email condivisa, con fidanzato/a o marito/moglie. Il principio è: una casella di email, una persona (fisica o giuridica che sia). Alcuni tendono a ragionare come per la casa: le lettere arrivano tutte nella stessa casella. Ma c'è una piccola, sottile ma fondamentale differenza: le lettere cartacee arrivano imbustate, e vengono aperte dal destinatario. Negli account email, invece, arrivano già aperte... Qualche fidanzata/moglie gelosa esige la condivisione come dimostrazione di fedeltà... Il miglior modo per incentivare il prolificare di email alternative e "clandestine". La stessa cosa vale per i profli Facebook o di altri Social Network. Zuckerberg, padre di Facebook, è stato chiaro: un profilo, una persona.

2) Avere come immagine del profilo Facebook la foto del del figlio/a neonato/a o molto piccolo. Care madri/padri. Io capisco il vostro orgoglio per il pupillo appena nato. Ma la profile pic è per rendere riconoscibile la vostra identità. Dico ciò In primo luogo perchè fa un po' ridere vedere una ipotetica Giovanna Pautasso di 36 anni ciucciare un giochino di plastica in una culla. In secondo luogo, con che crediblità rimprovererete vostro figlio quando a 16 anni passerà i pomeriggi a cazzeggiare su Facebook invece di studiare? Se volete mostrare il vostro legittimo orgoglio di genitore, fate un bell'album con le foto del bambino. La vostra pagina Facebook migliorerà sicuramente in qualità e ordine. Inoltre, ridurrete la probabilità di generare un ulteriore bamboccione

3) Usare il maiuscolo perenne. Riempie occhi e orecchi. È fastidioso. Molti, ancora, non sanno che equivale ad urlare. E non sono sempre e solo bimbiminkia (per approfondire). La Santanchè, ad esempio, parla in maiuscolo.

Fate tesoro di queste parole...


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