Corrotti e cannibali. Ecco perché l’Africa muore di fame (PARTE II)

par MV
mercoledì 13 luglio 2011

“La corruzione più pericolosa è quella che non fa rumore. Le testate giornalistiche sempre parlano dei più famosi casi di corruzione, quando sono implicati ministri e capi di governo e quando si parla di cifre enormi, però la corruzione silenziosa è quella che uccide l’Africa più povera, dove neanche è permessa la presenza di mass media stranieri (vedi il caso della Costa d’Avorio oggi, ndr). I colpevoli sono principalmente i funzionari che non fanno il loro lavoro ma occupano il loro posto solo per portare a casa lo stipendio. È terribile sapere che a Nairobi ti dicono che è meglio non uscire la sera con denaro nel portafogli perché c’è molta polizia in giro […]. Ogni atto di corruzione richiede due attori e molto spesso uno di essi è americano o europeo […]. Bisogna sviluppare gli strumenti di controllo internazionale per poter combattere questa situazione. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno una legge che obbliga a rendere pubbliche tutte le transazioni delle sue aziende in Africa. L’Europa potrebbe creare una legge simile. C’è speranza, basta analizzare l’attuale sviluppo di alcuni Paesi africani, come il Botswana, che ha avuto una crescita economica notevole, con una delle percentuali più alte del mondo" (Shanta Devarajan, capo economista della World Bank Africa).

“Le cose vanno così: se pago 300mila cefas (circa 450 euro, ndr) a un tipo dell’amministrazione entro direttamente nel corpo della polizia, senza dover fare nessun esame o cose del genere. Se non porto questi soldi, non c’è niente da fare, neanche presentandosi mille e più volte. Se puoi pagare 500mila cefas (circa 750 euro, ndr), ti compri un lavoro alla dogana o alla frontiera” (Kalifa Sidibé, Bamako, Mali).

“Ci sono differenti amministrazioni in Somalia ed ognuna ha vari gradi di corruzione. Il fatto che il Paese sia corrotto causa un’assenza di ordine ed aiuta la nascita di guerre civili. Ci sono soldati che non vengono pagati da mesi e politici che si appropriano di denaro pubblico, è così, in Somalia gli AK47 hanno più voce del Governo Federale di Transizione” (Hassan Fantastic, giornalista di Radio Shabelle, Somalia).

“Il Parlamento della Somalia, con una popolazione di nove milioni di persone, ha 550 membri per rappresentare tutti i clan. Sapete quanti parlamentari eletti ha l’India, che ha più di cento milioni di abitanti? Cinque in meno. In questa maniera, la Somalia non potrà funzionare mai” (giornalista anonimo de Shabelle Media Network).

“Quando il Botswana raggiunse l’indipendenza nel 1966 era uno dei Paesi più poveri del mondo – afferma Jeffrey Ramsay, portavoce del Governo del Botswana – la trasformazione è stata incredibile negli ultimi quarant’anni, dal 1966 al 1996 fu l’economia che crebbe più rapidamente al mondo, con una media del 7,5% annuo e questo è stato possibile solo grazie ad una lotta effettiva e continua contro la corruzione”.

“Nonostante tutti condividano lo stesso continente, i cinque Paesi meglio governati (Botswana, Isole Mauririus, Capo Verde, Seychelles eSudafrica) vivono in un pianeta completamente distinto dai peggiori Stati africani, come la Somalia” (Paul Collier, Direttore del Centre for the Study of African Economies, University of Oxford).

“Ogni anno spariscono 30mila milioni di euro dalle casse dei Paesi africani a causa delle pratiche di corruzione. Con questi soldi si potrebbero curare 120 milioni di malati durante un anno” (Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice della Banca Mondiale ed ex Ministra degli Esteri e delle Finanze della Nigeria).

“Serve cooperazione e responsabilità a livello internazionale per difendere i popoli ed i Paesi africani dal saccheggio a cui sono sottomessi sia dentro che fuori le proprie frontiere. Secondo l’Indice di Buon Governo della Bo Ibrahim Foundation, il Botswana raggiunge nove punti su dieci per quanto riguarda la trasparenza del prorpio governo, la Somalia 0,7” (Ibrahim Bo, padre della Bo Ibrahim Foundation).

Secondo l’indice elaborato quest’anno da Trasprency International, che classifica i Paesi di tutto il mondo in base all’abuso che il settore pubblico fa del proprio potere per ottenere benefici personali, solo tre Paesi dell’Africa hanno ottenuto un punteggio superiore a 5 su 10 e sono: Botswana (5,8), Isole Mauritius (5,4) e Capo Verde (5,1). Seguono Seychelles (4,8) ed il Sudafrica (4,5). L’Africa resta in coda alla classifica: tredici degli ultimi ventiquattro posti sono occupati da Paesi del continente nero. L’intero continente è in mano a governanti corrotti e gli impiegati pubblici accettano quotidianamente piccoli e grandi tangenti.

Secondo l’International Budget Partnership, organizzazione civile il cui obiettivo è la riduzione della povertà ed il miglioramento dei governi, attraverso l’analisi delle leggi finanziarie statali, i sette Paesi più trasparenti del mondo sono Francia, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia, Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e Sudafrica.

Il nostro Paese, dal punto di vista della trasparenza e corruzione del Governo italiano, è un altro stato africano, e proprio uno dei peggiori. L’Italia occupa la posizione numero 67 nell’indice di Trasparency International, con un punteggio di 3,9. Alcuni paragoni: Danimarca 9,3; Finlandia e Svezia 9,2; Olanda 8,8; Svizzera 8,7; Norvegia 8,6; Gran Bretagna 7,6. Il Belpaese ha un indice di corruzione uguale a quello di Montenegro e Cuba, e superiore a quello di Ruanda, Ghana, Namibia, Kuwait, Tunisia, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Slovacchia,…

Ecco il link per continuate la lettura dell’Indice 2010 di T.I..

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"Corrotti e cannibali. Ecco perché l'Africa muore di fame (PARTE I)


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