Corradino Mineo ci teneva tutti in ostaggio

par Fabio Della Pergola
sabato 14 giugno 2014

E nessuno finora se n'era accorto.

Pensare che l’Italia possa essere ostaggio di Corradino Mineo è una frase di una stupidità così sconcertante che si resta con il dubbio, serio, che sia stata inventata lì per lì da qualche furbacchione in vena di titoloni eye-catching (che significa colpire lo sguardo per acchiappare l’attenzione).

La stupidità di questa frase (questo concetto andrebbe ripetuto più e più volte) è così evidente e plateale che perfino uno come PG Battista sul Corriere non ha potuto fare a meno di stupirsi:

“Stupisce perciò che proprio Renzi, protagonista di una battaglia democratica nel Pd che lo ha portato ai vertici del partito e del governo, e dal 25 maggio anche con un formidabile consenso elettorale, si mostri così irritato dal manifestarsi di una minoritaria «fronda» contraria a un progetto di riforma del Senato peraltro ancora vago nei dettagli”.

E lo stupore di un Battista, così poco propenso a stupirsi di qualche magagna del governo in carica in nome di una stabilità sempre e comunque, la dice lunga.

Non c’è alcun vincolo di mandato per i parlamentari. Lo dice esplicitamente la Costituzione e le polemiche con Grillo e i suoi diktat agli eletti del M5S sono stati ampiamenti criticati e denunciati da ogni dove. Compreso il PD renziano.

“Se c’è un problema irrisolto – continua Battista - tra una segreteria plebiscitata e un corpo parlamentare eletto quando gli equilibri nel Pd erano altri, la soluzione non può che essere politica, senza scorciatoie disciplinari, messe al bando e bavagli preventivi”.

La cosa è ovvia e fa strano che qualcuno debba dirlo proprio a quel Partito Democratico che, a partire dalla primarie, ha dato qualche lezioncina di democrazia interna a molti (M5S in primis che si autoincensa quando parla di “consultazioni della base” e di “democrazia dal basso” anche se è chiaro a chiunque abbia voglia di vedere che nessuno ha mai potuto controllare i voti espressi, nel chiuso delle segrete stanze di Casaleggio & Co.).

L’arroganza della corrente maggioritaria del PD, quel carrozzone sul quale molti sono saliti in tempi recenti, guidato con la bacchetta da Renzi e le sue Renzettes, ha già dato un risultato davvero sorprendente in quel di Livorno.

Conosco personalmente l’anima anarchica, nel senso migliore del termine - cioè libera, libertaria e irriverente (quella espressa da quel genio di Cardinali fondatore della libera voce che si chiama Vernacoliere) - di questa città per averci trascorso gli anni dell’adolescenza (soggiornando più al mare che nelle aule di squola come si può vedere). Ritengo quindi con profonda convinzione che Livorno non sia “andata a destra”. Che sarebbe come aver cambiato in toto il proprio DNA.

Al contrario so bene, per conoscenza diretta, che il partito democratico si è comportato in quella città come se una qualsiasi opposizione, interna o esterna, non avesse il diritto “umano” di esistere.

Il che, a casa mia, si chiama autoritarismo. Che è roba ben diversa da autorevolezza.

Autoritarismo e stupidità vanno spesso insieme, non sono certo io il primo a dirlo. E questa sparata del Bomba ne è la dimostrazione più evidente.

Che l’Italia corresse il pericolo di finire ostaggio nelle mani di Corradino Mineo non è solo un’idiozia grossa come una casa; è, di più, il peggior regalo che il PD può fare a se stesso. E, forse, il migliore che può fare alla sinistra italiana.

Perché così si dà la possibilità che anche a Roma, come a Livorno, si aprano strade alternative a quel senso unico obbligatorio che si chiama Balena Bianca, seppur a macchie rosa.

Sempreché il M5S "di base" dia chiara dimostrazione di rompere i ponti con tutto quello che odora di destra.

 

Foto: Wikimedia


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