Coronavirus | Pazienza

par Camilla Galeri
sabato 2 maggio 2020

Io non penso che là fuori ci sia qualcuno ‘brutto e cattivo’ che ci costringe alla solitudine, alla lontananza, alla reclusione nelle nostre abitazioni, alla mancanza di affetti e di persone care perché si diverte a farlo. Nessuno di chi suggerisce e studia queste misure di sicurezza e prevenzione lo fa a cuor leggero, potrei pure metterci la mano sul fuoco. Siamo esseri umani e l’uomo è per definizione un animale sociale e di conseguenza non possiamo vivere senza la nostra amata socialità. Però questo è il momento di sacrificarsi o sacrificare parte delle nostre libertà individuali e collettive in nome del sentimento d’amore che proviamo verso i nostri cari e, più ampiamente, verso i nostri simili.

Il rischio di un ulteriore lockdown dovuto ad un contagio di ritorno, è reale, è vero ed è quasi tangibile da quanto è probabile. Non solo rischiamo di dover trascorrere altro tempo indefinito confinati nelle nostre case venendo di nuovo, e giustamente, privati di alcune delle nostre libertà, ma rischiamo altre perdite, altre giornate nere passate alla storia, altri pianti silenziosi di città piegate da questo flagello e dalla paura.

Siamo chiamati nuovamente a mettere in pratica il nostro più profondo senso di responsabilità collettiva ed individuale, non possiamo lasciarci andare a ribellioni, lamentele, accuse, giudizi, al momento fuori dalla nostra portata. È il tempo di rimboccarci le maniche e di imparare il valore della pazienza, della solidarietà che stiamo riscoprendo proprio in questi giorni, del sentimento di umanità. È il tempo di accettare coscienziosamente le disposizioni di chi ci sta guidando e di confidare in chi sta mettendo anima e corpo in questa impensabile e surreale lotta. È il tempo in cui possiamo e dobbiamo riscoprirci parti di un tutto perché ognuno di noi è indispensabile e insostituibile e da tali dobbiamo agire. Nessuno si salva da solo e ne abbiamo avuto ampiamente la prova in questa situazione. È il tempo di resistere, in modo diverso e uguale al passato: diverso perché non siamo chiamati a combattere fisicamente contro un nemico visibile, non ci sentiamo in dovere di scacciare gli eserciti dalle città, non dobbiamo sacrificare le nostre vite in nome di una libertà che ci è stata ingiustamente negata in toto, non siamo in guerra; ma al contempo uguale perché dobbiamo essere forti, silenziosi, pazienti e, soprattutto, uniti affinché l’impresa riesca.

Confidiamo l’uno nell’altro, prima o poi ci libereremo per la seconda volta nella nostra storia e torneremo a vederci sorridere senza le mascherine.

Ora sediamoci, rispettiamo i nostri diritti, proteggiamoci e aspettiamo con pazienza di assaporare la nuova, bramata libertà.


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